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29 Ottobre 2025 - 08:56
C’è un paradosso, nato probabilmente negli anni ’90, quando le questioni ambientali cominciavano timidamente ad affacciarsi nei dibattiti pubblici. Quando qualcuno si stava accorgendo che il pianeta non è infinito e qualcun altro stava provando a farlo notare – spesso beccandosi una cilindrata di insulti da chi era cresciuto fra gli anni ‘70 e gli ’80, l’era d’oro del progresso, quando “benessere” faceva rima con “consumo”.
Questo paradosso lo si può sintetizzare così: l’idea che fare la raccolta differenziata debba «farci risparmiare». Che la differenziata vada fatta «perché così pagheremo di meno». Spoiler: non è così.
Chissà come – e perché – è stata messa in giro questa teoria. Forse perché si pensava che la leva che potesse far smuovere gli italiani e farli differenziare, non poteva essere quella ecologica: doveva essere quella economica. Per fargli fare la differenziata, bisognava dirgli che era “conveniente”, non per l’ambiente ma per il portafogli. Se non fosse per un piccolo particolare: non era vero, che si sarebbe pagato di meno.
La conseguenza la vediamo ora: se la bolletta rifiuti aumenta, nonostante la differenziata – perché avviene esattamente così: aumenta – le persone si infuriano. «Ma come? – urlano –. Dov’è il risparmio che ci era stato promesso?». Era una promessa falsa.
Al massimo, andrebbe spiegato che senza raccolta differenziata la bolletta sarebbe il doppio. O il triplo. Perché il punto è questo: l’immondizia si paga. Sempre. E costa sempre più cara: perché ne facciamo sempre di più.
L’immondizia, quella indifferenziata (il RSU, il “sacco nero”) costa. Costa trasportarla, smaltirla, lavorarla, sotterrarla. Vi diamo qualche dato.
Nel 2019 i nostri Comuni, quelli ACEM, hanno prodotto 14,3 mila tonnellate di rifiuti: quattordici mila tonnellate. E sono aumentati di anno in anno, sempre: 15,4 mila nel 2020, 15,5 mila nel 2021, 15,7 mila nel 2022, 16,5 mila nel 2023 e 16,7 mila tonnellate nel 2024.
Se li si somma al rifiuto differenziato, siamo attorno a una media di 30 mila tonnellate di rifiuti all’anno. Solo che… la raccolta differenziata, in numeri e in percentuale, non sta crescendo. Il costo medio per smaltire il RSU è di circa 150 euro a tonnellata. Ne produciamo sempre di più: e paghiamo sempre di più.
Davanti a queste cifre, forse è tempo di smettere di credere che le bollette possano “abbassarsi”. La narrazione secondo cui fare la differenziata porterà a un “abbassamento” dei costi, ovvero che bisogna fare la differenziata “per risparmiare”, va superata.
Se proprio non si vuole farsi bastare la ragione ambientale (perché – diciamolo – a molta gente… non glie ne frega niente) e se proprio si vuole tenere come “leva” quella economica, quantomeno si cominci a capire (e a dire) che non si sta parlando di pagare di meno: ma di evitare di pagare molto, ma molto di più.
E questo vale anche per gli amministratori, per i sindaci: questo concetto va compreso e divulgato. Non si può promettere ai cittadini ciò che non si verificherà. E che l’unico modo è passare non solo attraverso un ulteriore aumento della differenziata, ma una riduzione: fare meno immondizia.
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