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07 Ottobre 2017 - 14:04
Mondovì, come noto, vede una quantità elevata di eventi - oltre 150 nell'arco dell'anno - cosa che indubbiamente porta a un certo rischio di dispersione delle energie e degli interessi. Tuttavia, la presentazione tenutasi venerdì scorso presso l'attuale sede dell'associazione MondoQui è stata sicuramente di particolare interesse - come dimostrato dalla alta presenza degli amministratori, all'evento, col sindaco e tre assessori presenti. "Filosofia e pratiche di comunità" è stato un progetto di un gruppo di ricerche del dipartimento di filosofia e scienze dell'educazione dell'università torinese, che ha studiato la possibilità di applicare la Philosophy for Communities (di qui in poi, P4C) anche al nostro contesto sociale, come effettuato in un progetto realizzato appunto con MondoQui.
La P4C è una pratica filosofica di comunità che nasce dagli studi di Matthew Lipman e Ann M. Sharp, negli anni '70, a partire dall'insegnamento della filosofia ai bambini, non come disciplina teorica ma come pratica sociale. Si parte dalla lettura di un testo, si formulano delle domande sul brano, si discute su queste e si giunge a una finale autovalutazione. L'esperimento effettuato con MondoQui ha visto una particolare attenzione alle differenze interculturali e generazionali.
Siamo quindi di fronte a un'efficace sinergia tra due interessanti realtà del territorio: da un lato MondoQui, piuttosto nota ai monregalesi anche per il suo ruolo centrale nella riqualificazione in corso degli spazi abbandonati della Stazione ferroviaria; e il Cespec, Centro Studi sul Pensiero Contemporaneo, fondato nel 1999 e attivo nella provincia di Cuneo, che raccoglie attorno a un comune progetto culturale studenti, laureati e docenti di discipline umanistiche, insegnanti e cittadini. Tre le sue attività, una Summer School giunta alla decima edizione e altri workshop e pubblicazioni accademiche, oltre a questo lavoro sul P4C che può costituire un approccio innovativo e interessante alle questioni della contemporaneità stretta, anche qui da noi.
Insomma, uno spunto significativo, come evidenziato bene anche dalla testimonianza di due partecipanti ad una prima edizione del progetto; specialmente, verrebbe da dire, in un'epoca come la nostra dove l'incredibile aumento di informazione e possibilità di comunicazione si è tradotto anche in un apparente deterioramento del dibattito pubblico, che sembra a un primo livello schiacciato su una comunicazione - e una riflessione - urlata e distruttiva; a questo, la filosofia per la comunità può forse offrire una possibile risposta.
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