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Pssica, il fascino e la maledizione dell'Amazzonia

Una nuova serie brasiliana su Netflix scala le classifiche e ci mostra i problemi sociali del Brasile.

Pssica, il fascino e la maledizione dell'Amazzonia

La locandina della serie Netflix

Tra i vari vantaggi portati da Netflix c'è quello di avere uno sguardo sulla produzione internazionale della serialità televisiva, non solo limitata a quella italiana e americana – con sprazzi di altre nazioni. Così, di recente, in molti hanno scoperto "Pssica", recente serie brasiliana diretta da Quico e Fernando Mereilles, ambientata sul Rio delle Amazzoni. "Pssica" significa "maledizione", e in effetti la vicenda è incentrata su storie di vite "maledette", come segnate dal malocchio, che si dipanano in un mondo ai confini o proprio al di fuori della legalità, dove la polizia fluviale non può arrivare (o ha le mani legate) e bande di trafficanti – di armi, droga e di vite umane... - spadroneggiano senza ritegno, spesso con l'appoggio della politica nazionale e internazionale (sintetizzate nella figura del corrotto sindaco, di fatto il capo della tumultuosa congregazione di bande mafiose, e in procinto di candidarsi a deputato, e l'ambasciatore).

Un far west moderno, per certi versi vicino alle note dolenti del western postmoderno, non più pistoleri infallibili alla John Wayne o alla Tex Willer ma spaventati guerrieri in balia di un mondo ostile, cui però hanno il coraggio di reagire. La serie (che, come si è intuito, non è adatta a un pubblico di ragazzi, pur non mostrando mai compiacimento eccessivo nella rappresentazione del Male) colloca però queste vicende durissime su uno sfondo di lancinante bellezza, quello dell'Amazzonia e dei suoi scenari, naturali e umani, affascinanti e coloratissimi, resi con grande padronanza da una fotografia di alto livello, senza mai cadere nemmeno nella cartolina turistica.

In modo simile, anche la regia dimostra la capacità di orchestrare un ritmo serrato e una azione al cardiopalma che non ha nulla da invidiare alla serialità americana, britannica o occidentale in genere; anzi, colpisce per freschezza ed energia. Tratta da un romanzo di Edyr Augusto, la serie ha suscitato un vivo dibattito in patria. Molti hanno apprezzato il superamento (e in qualche modo una sintesi più alta) sia di un cinema "turistico", patinato, sia della mera rappresentazione del degrado, ma non manca chi ha criticato la rappresentazione (temiamo realistica) di un crimine spietato che controlla di fatto tutti i gangli della società e della politica. Comunque sia, la serie ha superato persino la seconda stagione di "Mercoledì Addams" e si è imposta all'attenzione del pubblico mondiale. Consigliata, in attesa di una probabile seconda stagione.

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