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L’amatissima insegnante di ginnastica del Liceo che ha insegnato a sciare (anche) a Maradona

Debora Compagnoni la chiamava “Zia”: le mille avventure della “Prof” Patrizia Sommariva, ancora oggi su e giù sulle piste di Prato Nevoso come maestra di sci

L’amatissima insegnante di ginnastica del Liceo che ha insegnato a sciare (anche) a Maradona

La Prof. Sommariva con Diego Armando Maradona nel 1989 (foto archivio personale di Patrizia Sommariva)

Se andate a Prato Nevoso, anche in mezzo al traffico, ai metri di neve e alle migliaia di volti, difficile non incontrarla. Lei è Patrizia Sommariva, classe 1955: attualmente Maestra alla “Scuola di sci di Prato Nevoso” con tre-quattro vite trascorse alle Scuole superiori di Mondovì e dintorni come insegnante di ginnastica. Amatissima dai suoi ragazzi per la sua simpatia, il suo accento genovese, le sue battute al fulmicotone e i suoi aforismi che sono ancora oggetto di citazione da parte dei suoi ex studenti (“Belin, ragazzi, portiamo via l’anima di qui”, “Non dico niente sul tuo modo di fare il bagher altrimenti mi mettono in galera”). In pensione da alcuni anni, non ha certo perso il suo smalto e la sua vitalità dividendosi tra il periodo estivo a Borgio Verezzi e quello invernale a Frabosa Sottana e Prato Nevoso dove insegna ancora a sciare a ragazzi e turisti (“Tre ore al giorno per restare in allenamento”).

 

QUANDO INSEGNAVA A SCIARE A MARADONA E LA COMPAGNONI LA CHIAMAVA “ZIA”

La Prof assieme ad una giovanissima Debora Compagnoni

Ma soprattutto, la “Prof” Sommariva è praticamente un podcast vivente di aneddoti, ricordi, avventure per il mondo: se schiacci “play” lei inizia a raccontare episodi che tu non immagini nemmeno, con una precisione cristallina, frutto di pagine e pagine di diari scritti a mano, fotografie e diapositive raccolte, rilegate e catalogate con una cura certosina. Per esempio nell’estate del 1989 è, come dal 1980 in poi da giugno a settembre, in Sudamerica a fare la maestra di sci a Las Leñas, un immenso comprensorio sciistico nella Provincia argentina di Mendoza. Proprio lì tra l’8 e il 9 agosto fa tappa la Coppa del Mondo di sci femminile (sì, ad agosto) con una discesa libera e un super G. La Prof fa amicizia con le atlete della Nazionale come Debora Compagnoni, Barbara Frizzarin e Monica Martin. La futura campionessa olimpica e leggenda dello sport azzurro la chiama “Zia”, un soprannome che le calza a pennello e che resterà per sempre.

In quei giorni, mentre a Napoli lo cercano ovunque, appare sulle nevi argentine anche “el Dios”. Diego Armando Maradona arriva con tutto il suo clan: dalla moglie Claudia alle figlie, fin alla madre (“Arrivata con una pelliccia di visone”), al fratello e a un sacco di amici. Maradona si presenta a 3.000 metri di altitudine in scarpe di vernice e jeans e si aggrega subito al gruppo di italiani presenti, tra cui “Zia” Patrizia che gli farà anche da maestra di sci: “Me lo trovo davanti. Era molto gentile, innamorato dell’Italia e voleva imparare a sciare. Io ho provato a dirgli che a spazzaneve poteva essere pericoloso per le sue gambe, ma lui andava avanti lo stesso. La lezione non durò molto. Si fermò con noi a fare foto e chiacchierare e rimase lì qualche giorno. Più che altro passava le giornate al ristorante e al casinò. Però è stata una emozione incredibile. Indimenticabile. Ho avuto modo di conoscere da vicino anche tanti campioni dello sci mondiale come Pirmin Zurbriggen e atleti della Nazionale italiana maschile come Mair e Sbardellotto”.

 

L’AMORE PER IL SUDAMERICA E LA LUNGA CARRIERA SCOLASTICA

La “Prof” si è divisa tra le ore di ginnastica con i suoi studenti, le piste innevate e i viaggi in Sudamerica, nei quali ha imparato lo spagnolo a livello “super top”.

Il primo impiego scolastico è alle Medie di Villanova e Chiusa Pesio nel 1973, quindi il concorso per le Superiori passato e l’esperienza a Pallanza, sul Lago Maggiore. “Mentre ero a Las Leñas nell’estate 1985 mi arriva un fax: andrò a insegnare a Ceva. Si ritorna verso casa e le nevi del Monregalese”.

Poi, negli anni, Segretaria d’azienda, Agrario, Baruffi, Magistrali e infine il Classico. Le ore di ginnastica trascorse tra pallavolo, esercizi, buon umore e quelle parole mai banali, da “Zia”, che dispensa ai suoi ragazzi. Soprattutto la Prof è sempre presente alle gite scolastiche (“Ho sempre detto di sì, anche perché spesso nessun professore voleva andarci. Io invece seguivo volentieri i miei ragazzi”), ai viaggi d’istruzione all’estero, ai corsi di vela e così via.

A Las Leñas, a Debora Compagnoni e Maradona come ci è arrivata? Come per tutti, tramite una serie di sliding doors e casualità: tramite un amico istruttore di sci di Madonna di Campiglio che era stato invitato ad andare a lavorare sulle nevi di Bariloche, sulle Ande, per la Valtour. Lui accettò e si portò dietro anche Patrizia.  Proseguono così i suoi ricordi: “La prima volta in Sudamerica fu nel 1980, poi ci siamo spostati l’anno dopo a Los Penitentes, dove ho potuto ammirare l’Aconcagua. A Las Leñas arrivavo in autobus, dopo un viaggio lunghissimo. Stavo per mesi in uno stanzino con altre maestre di sci tedesche, americane, francesi e spagnole. Oltre alla lingua, impari presto a gestirti, a vivere fuori casa lontano dai tuoi comfort, a cavartela nelle situazioni più complicate. Con i soldi che guadagnavo a fare la maestra di sci poi giravo il Sudamerica, facevo viaggi. Ho visto tanti posti meravigliosi e vorrei tornare ancora in Cile prima o poi”.

 

Intanto la Prof deve cavarsela ancora qui e adesso, a insegnare a sciare agli inglesi e non solo. Spesso le scrivono ancora tanti suoi ex studenti, come si fa con una Zia a cui si vuole davvero bene.

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