Cerca

ultima ora

ultime notizie

OGGI

Sostenere i sacerdoti significa custodire il cuore delle nostre comunità

Domenica 21 settembre XXXVII Giornata nazionale di sensibilizzazione per il sostentamento del clero. Nella campagna “Uniti nel Dono” anche il volto di don Meo Prato

Don Meo Prato

Don Meo Prato nella campagna "Uniti nel dono" (Foto Sara Ballocco)

Un gesto di riconoscenza verso i sacerdoti che ogni giorno si prendono cura delle nostre comunità. È questo l’invito che la Chiesa italiana rivolge ai fedeli in occasione della XXXVII Giornata nazionale di sensibilizzazione per il sostentamento del clero, in programma domenica 21 settembre 2025.

I sacerdoti, oggi più che mai, rappresentano una risorsa fondamentale. Sono annunciatori del Vangelo nella concretezza della vita quotidiana, artigiani di relazioni autentiche, punti di riferimento per famiglie in difficoltà, anziani soli, giovani disorientati o in cerca di lavoro. Con discrezione e tenacia, offrono tempo, energie e ascolto costruendo reti di solidarietà e accompagnando percorsi di fede e rinascita.

Spesso si crede, erroneamente, che l’obolo domenicale sia sufficiente a garantire il sostentamento del clero. Ma in molte realtà, queste risorse non coprono il necessario.

“La Giornata Nazionale - spiega il responsabile del Servizio Promozione per il Sostegno Economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni – richiama l’attenzione sull’importanza della missione dei sacerdoti, sulla bellezza del loro servizio e sulla corresponsabilità richiesta alla comunità cattolica. È un’opportunità per esprimere gratitudine verso uomini di fede, speranza e prossimità, che ogni giorno offrono la loro vita per il bene delle comunità. Sostenerli non è solo un atto economico, ma un segno concreto di appartenenza e partecipazione ecclesiale”.Spesso si crede, erroneamente, che l’obolo domenicale sia sufficiente a garantire il sostentamento del clero. Ma in molte realtà, queste risorse non coprono il necessario. “Fa riflettere il fatto che oggi le offerte deducibili a favore dell’Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero (ICSC) – aggiunge Monzio Compagnoni - coprono meno del 2% del fabbisogno annuale complessivo. Dietro ogni sacerdote c’è una vita interamente dedicata agli altri. E ogni offerta, anche la più piccola, è un modo per dire ‘grazie’ e sostenere concretamente i nostri preti, permettendo loro di continuare ad essere presenza operosa nelle parrocchie”.

Uniti nel Dono”, la campagna della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) che promuove la solidarietà e il sostegno economico alla Chiesa, in particolare per il sostentamento del clero, ha scelto anche il volto del sacerdote monregalese don Meo Prato per dare voce ai testimoni del Vangelo che ogni giorno portano aiuto e speranza, senza dimenticare nessuno.

Val Bormida, don Meo sorride in dieci parrocchie

Borghi antichi, castelli silenziosi e campanili che svettano sulle colline della Val Bormida: è in questa terra di confine tra Piemonte e Liguria che si muove, ogni giorno, don Bartolomeo Prato, per tutti semplicemente “don Meo”. Parroco di dieci comunità della diocesi di Mondovì – tra cui Saliceto, Monesiglio, Camerana, Prunetto e Cengio – il sacerdote percorre instancabile le strade che collegano paesi grandi e piccolissimi, animando la vita ecclesiale e sociale con dedizione, umanità e speranza.

Essere sempre in giro non mi pesa, anzi mi rende felice perché penso a chi incontrerò quel giorno e mi affretto nell’andargli incontro” - racconta don Meo a Manuela Borraccino nel video Val Bormida, don Meo sorride in 10 parrocchie  che si può vedere al link https://www.unitineldono.it/le-storie/val-bormida-don-meo-sorride-in-dieci-parrocchie/ - L’esperienza della fede deve intaccare, in qualche modo, il vissuto della vita di ciascuno. Se noi sacerdoti e la comunità cristiana, penso in particolare ai volontari che si mettono in gioco, diamo un’immagine di accoglienza, di ascolto e, soprattutto, facciamo vedere che crediamo che quell’esperienza sia positiva penso che questo approccio sia uno dei punti di forza”.

Classe 1973, ordinato nel 2009, don Meo è arrivato a Saliceto nel 2018 e dal 2021 risiede nel borgo limitrofo di Cengio. Un tempo sede della fabbrica di coloranti ACNA, chiusa nel 1999 dopo esser stata per decenni una delle più importanti aziende chimiche italiane, Cengio è oggi un centro dell’entroterra di Savona in cerca di riqualificazione industriale. Qui, il sacerdote condivide le sfide di una popolazione sempre più composita: un quinto delle famiglie è costituito da stranieri, che rappresentano anche il 40% degli alunni nelle scuole

 “C’è un aumento dei casi di bisogno di persone che vengono a chiedere perché non riescono ad arrivare a fine mese – spiega Francesco Dotta, sindaco di Cengio – Le sfide maggiori sono quelle del sociale e del lavoro: c’è un aumento di casi di bisogno, soprattutto di persone straniere, e proprio in questo ambito è in atto una stretta sinergia fra Comune e parrocchia per cercare di risolvere i casi più problematici”.  L’energia contagiosa di don Meo ha saputo coinvolgere adulti e ragazzi, anche lontani dalla pratica religiosa, in un volontariato che genera legami e fiducia. “Sa coinvolgere tutti, indipendentemente dal contesto sociale – osserva Mirella Gallo, responsabile Caritas a Camerana – e riesce a far sentire ciascuno parte di qualcosa”. Lo conferma anche il Gianfranco Bosetti, vicesindaco di Cengio:Ha riportato in chiesa bambini e ragazzi che da anni non si vedevano più. Sa parlare con tutti, ed è questa la sua forza”.

Preti come don Bartolomeo non si rivolgono solo ai più abbandonati ma ad ognuno di noi. Quotidianamente ci fanno spazio, ci offrono il loro tempo, dividono volentieri un pezzo di strada e ascoltano le nostre difficoltà. Si affidano alla generosità delle comunità per essere liberi di servire tutti, senza dover pensare al proprio sostentamento. Per richiamare l’attenzione sulla loro missione, torna domenica 21 settembre la Giornata nazionale di sensibilizzazione per il sostentamento del clero celebrata nelle parrocchie italiane.

I sacerdoti, oggi più che mai, rappresentano una risorsa fondamentale. Sono annunciatori del Vangelo nella concretezza della vita quotidiana, artigiani di relazioni autentiche, punti di riferimento per famiglie in difficoltà, anziani soli, giovani disorientati o in cerca di lavoro. Con discrezione e tenacia, offrono tempo, energie e ascolto costruendo reti di solidarietà e accompagnando percorsi di fede e rinascita.

Vulcanico ed infaticabile don Meo, dopo la fine della scuola ha organizzato i centri estivi itineranti (ogni giorno in un oratorio diverso di ciascuna delle principali parrocchie) ed ha portato i ragazzi nella Casa Alpina di proprietà della diocesi. E dal 21 al 26 luglio, come fa da trent’anni, ha guidato un pellegrinaggio a Lourdes con 110 parrocchiani, fra i quali 40 ammalati. Dal 2008 il sacerdote è anche responsabile della diocesi per la pastorale della salute e passa molto del suo tempo nelle due case di riposo per anziani Alta Langa a Monesiglio e in quella di Cengio. “Ogni settimana – spiega – un gruppo di volontari anima un pomeriggio di ascolto, fraternità e preghiera. Celebro la Messa, aggiorniamo gli ospiti sulle notizie del paese: è un modo per farli sentire parte della comunità”. Un momento particolarmente significativo è stato il funerale di Nicola, un uomo solo e senza parenti, ospite di una struttura di accoglienza. Temendo che nessuno avrebbe partecipato alle esequie, don Meo ha lanciato un appello via WhatsApp. Il risultato? Una chiesa piena, con fedeli giunti da tutte le parrocchie.

Quella mattina mentre andavo al funerale – chiosa l’assessora Lorenza Rinaldi – mi rammaricavo che non ci sarebbe stato nessuno in chiesa… E invece aver riunito tutte quelle persone mi ha fatto capire che la bontà esiste. Provo tanta gratitudine non solo per don Meo che è amato da tutti ma anche per tutti gli altri che si sono prodigati per venire a salutare una persona che ha vissuto in solitudine. A Nicola avrebbe fatto tanto piacere perché almeno nell’ultimo viaggio era accompagnato da tante persone che non lo conoscevano ma allo stesso tempo c’erano”. Un funerale che tutti in paese ricordano quasi come una festa, per uno “degli ultimi” che è tornato alla casa del Padre.

La presenza silenziosa ma incisiva di don Meo dimostra che ogni angolo d’Italia può essere raggiunto dall’abbraccio della Chiesa, se ci sono sacerdoti pronti ad ascoltare, condividere e camminare con la loro gente.

Questa è solo una delle tantissime storie di salvezza e aiuto portate avanti sul territorio da sacerdoti, impegnati in prima linea, e dalle loro comunità.

Le offerte deducibili, istituite con la revisione del Concordato, oltre quarant’anni fa, rimangono ancora oggi uno strumento poco conosciuto e sottoutilizzato. Nel 2024, secondo i dati diramati dal Servizio promozione sostegno economico CEI, le offerte raccolte, pari a 7,9 milioni di euro, hanno contribuito al sostentamento di circa 31.000 sacerdoti attivi nelle 226 diocesi italiane, inclusi 250 fidei donum – missionari in Paesi in via di sviluppo – e circa 2.500 sacerdoti anziani o malati che, pur avendo concluso il loro ministero, restano testimoni di una vita spesa per il Vangelo. L’ammontare raccolto, pur significativo, resta però lontano dai 522 milioni di euro necessari a garantire una remunerazione dignitosa – attorno ai 1.000 euro mensili per 12 mesi – a ciascun presbitero. Attraverso il sito www.unitineldono.it, è possibile effettuare una donazione in modo sicuro e semplice. Chi lo desidera, può anche iscriversi alla newsletter mensile per ricevere aggiornamenti e scoprire storie vere di sacerdoti e comunità che, da nord a sud del Paese, rendono visibile il volto della Chiesa che ama, accoglie e accompagna.

Per maggiori informazioni:

https://www.unitineldono.it/

https://www.facebook.com/unitineldono

https://twitter.com/Uniti_nel_dono

https://www.instagram.com/unitineldono/

https://www.youtube.com/unitineldono

 

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

x