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18 Luglio 2025 - 09:21
Un frame del video trasmesso dalla Sala Stampa Guardia di finanza
I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Torino, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Torino, hanno sequestrato, su mandato del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Torino, un patrimonio da 600 mila euro ad un individuo già sottoposto a custodia cautelare in carcere per gli stessi fatti, gravemente indiziato dei reati di usura, estorsione e rapina, con l'aggravante del metodo mafioso.
L'operazione, condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Torino, rappresenta la conclusione di estese indagini che hanno permesso di verificare, secondo l'accusa, la perpetrazione di condotte usurarie sistematiche da parte di un cittadino di origine calabrese residente a Torino nei confronti di un imprenditore in gravi difficoltà economiche. Le indagini, svolte attraverso intercettazioni telefoniche, consultazione di banche dati, analisi dei flussi finanziari e attività di osservazione e pedinamento, hanno consentito di raccogliere un consistente quadro indiziario.
Il materiale è stato cruciale per ricostruire con precisione le attività illecite e le responsabilità dell'accusato. In particolare, si ritiene che l'indagato abbia ricevuto dall'imprenditore una somma complessiva di 600.000 euro, a fronte di un prestito iniziale di 154.000 euro, attraverso l'applicazione di un tasso d'interesse mensile del 10% (equivalente al 120% annuo). Inoltre, l'imprenditore avrebbe promesso ulteriori 620.000 euro come "piano di rientro" del capitale e degli interessi usurari. Le investigazioni hanno inoltre rivelato che l'imprenditore era oggetto di minacce di morte, estese anche ai suoi familiari, e attuate mediante l'esibizione di armi.
Le richieste di denaro divennero sempre più pressanti, accompagnate dalla minaccia di incendiare l'automobile dell'imprenditore oppure di costringerlo a vendere l'unico immobile di sua proprietà. A fronte di tentativi dell'imprenditore di non rispettare i pagamenti o di differirli, l'indagato fece presente che le somme prestate provenivano da esponenti di rilievo della criminalità organizzata 'ndranghetista, definita come "gente di peso e pericolosa", priva di scrupoli. Durante l'indagine, i militari sono riusciti a documentare uno scambio di denaro tra l'imprenditore e l'accusato, il quale fu arrestato in flagrante mentre riceveva una busta contenente denaro contante.
A seguito di ulteriori investigazioni finalizzate a ricostruire il patrimonio illecitamente accumulato dall'indagato, il Gip di Torino ha ordinato, su richiesta della Procura locale - DDA, il sequestro preventivo relativo al profitto generato dai reati di usura, estorsione e rapina, nonché alle sue disponibilità patrimoniali (per un totale di 600.000 euro, oltre a somme su conti correnti, buoni postali, un complesso immobiliare e quattro veicoli). « È importante sottolineare – specificano dal Comando della Fiamme Gialle di Torino – che i provvedimenti cautelari, personali e reali, adottati sono stati emessi nell'ambito delle indagini preliminari ancora in corso. Pertanto, le persone coinvolte devono essere considerate innocenti fino a un'eventuale sentenza definitiva di condanna».
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