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Il falso vescovo si presenta al vicario di Mondovì, lui si rivolge ai Carabinieri

Claudio Goglio, condannato a inizio anni Duemila per essersi finto prete in Sardegna, deve ora rispondere in tribunale dell’accusa di sostituzione di persona

Il falso vescovo si presenta al vicario di Mondovì, lui si rivolge ai Carabinieri

Immagine di repertorio

Si era presentato, munito di paramenti vescovili, nell’ufficio del vicario generale della diocesi di Mondovì, don Flavio Begliatti. Insieme a lui, un accompagnatore vestito con un saio da religioso, che si rivolgeva al «vescovo» con l’appellativo di «sua beatitudine». «Dagli abiti un po’ stracciati che indossavano e dall’appellativo ho capito che erano impostori – ricorda il religioso –. Il “vescovo” aveva un andamento stentoreo, anche in questo sembrava recitasse».

Claudio Goglio, cinquantanovenne di origini milanesi, non è nuovo a vicende di questo genere. Nel 2001 era stato smascherato dopo aver trascorso mesi in Sardegna a presentarsi come sacerdote: celebrava Messe e praticava esorcismi in vari centri del Sassarese, pur senza avere alcuna ordinazione. Tra le imprese più clamorose di quel periodo, la partecipazione a una Via Crucis accanto al vero vescovo di Alghero.

Sotto il profilo giudiziario, la faccenda si era chiusa con una condanna del Tribunale di Tempio Pausania. Ora è un altro Tribunale, quello di Cuneo, a doversi esprimere sulle accuse di sostituzione di persona che pendono nei suoi confronti. «Ho pensato di segnalare il fatto ai Carabinieri – spiega don Begliatti – perché queste persone non approfittassero dell’ingenuità di chi poteva considerarli sacerdoti».

L’altro sedicente religioso, a suo tempo indagato per truffa, è deceduto: in primo grado era stato condannato. Ai tempi lavorava come oss presso la Casa di riposo “Sacra Famiglia” di Mondovì ed era stato proprio il direttore della struttura a indirizzarlo, per un colloquio, presso il vicario. Nel suo armadietto erano poi stati ritrovati bigliettini con i nomi degli ospiti della residenza, segnati a mano: per gli inquirenti, la prova di un possibile tentativo di raggirare gli anziani.

Al vicario i due si presentavano come «ministri ordinati della Chiesa anglocattolica». Il presunto «vescovo», in particolare, «diceva anche di far parte di una comunità di 300 persone, riunite online: gli ho risposto che era una modalità di Chiesa che io non conosco». Il processo proseguirà il 16 gennaio prossimo, data nella quale si attende la conclusione dell’istruttoria e la discussione.

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