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04 Novembre 2025 - 09:29
Il Torinese è scosso da giorni da un clima di forte tensione, dopo il sequestro e le sevizie subite da un ragazzo di 15 anni, affetto da fragilità psico-emotive, per mano di tre coetanei nella notte di Halloween.
L’episodio, di una violenza inaudita, ha provocato rabbia e desiderio di vendetta tra gli amici della giovane vittima, che ieri sera, 3 novembre, si sono radunati davanti alla casa di uno degli indagati, decisi a “farla pagare” ai responsabili.
Il gruppo, composto per lo più da adolescenti, aveva lanciato l’appello sui social, ma l’intervento tempestivo delle forze dell’ordine – Carabinieri e Polizia locale – ha evitato che la situazione degenerasse. Quando si è diffusa la notizia che l’indagato non era in casa, i giovani si sono dispersi senza ulteriori incidenti.
«Era un ragazzo tranquillo, poi ha iniziato a fare sciocchezze, ma questa volta ha passato il limite», avrebbe raccontato uno dei presenti, spiegando la volontà di vendicare l’amico. La stessa vittima, che porta ancora i segni delle torture e si copre con un cappello per nascondere le ferite provocate da una lametta, avrebbe detto ai compagni: «Io sono sereno, ora sono loro che hanno finito di vivere».
Le autorità temono nuovi episodi di violenza e possibili raid punitivi, come quello sventato ieri, quando un gruppo di persone si era già recato sotto casa di uno degli indagati.
Nel frattempo, la Procura dei minori di Torino ha ascoltato la vittima per ricostruire la vicenda. Secondo quanto emerso, il 15enne la sera del 31 ottobre aveva detto alla madre che avrebbe dormito dal nonno, mentre in realtà aveva raggiunto la stazione, dove aveva incontrato due amici di 15 e 14 anni. Più tardi si era unita a loro una ragazza di 16 anni. Il gruppo si sarebbe poi spostato nell’abitazione del più giovane, rimasta vuota di adulti, dove si sarebbero consumate le violenze.
La madre del ragazzo, ancora sotto shock, teme che oltre alle torture il figlio possa aver subito anche abusi sessuali, anche se al momento non vi sono referti medici che lo confermino. Le indagini proseguono per chiarire tutti i contorni di una vicenda che ha sconvolto la comunità e riacceso il dibattito sul disagio e la rabbia tra i giovanissimi.
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