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29 Dicembre 2025 - 09:55
Tre interventi in fotocopia, tra il 27 e il 28 dicembre. La trama è sempre la stessa: uno sciatore impegnato in un fuoripista che perde l'orientamento e viene poi recuperato dalle squadre del Soccorso Alpino quando ormai è buio. È successo tra Artesina e Rastello e anche a Viola St. Gréé.
A renderlo noto il Soccorso Alpino e Speleologico Piemonte con una doverosa precisazione. «Come sempre, noi interveniamo in aiuto di tutti coloro che hanno bisogno indipendentemente dai motivi. Rispettiamo sempre chi è in difficoltà, cercate anche voi di non giudicare», scrivono dal Corpo sui propri canali social.
La discussione riguarda il pericolo valanghe con l'allerta "massima" che era stata emessa negli scorsi giorni: grado di pericolo 4 (rischio "forte") da parte di Arpa Piemonte nella giornata del 26 dicembre. Ad oggi, lunedì 29 dicembre, il rischio è sceso al livello 2 che indica comunque un tipo di rischio "moderato" sulle valli del Monregalese.
«Con neve fresca e vento da moderato a forte proveniente dai quadranti nord orientali soprattutto in quota si sono formati accumuli di neve ventata in parte spessi», scrive Arpa Piemonte nel bollettino odierno. «Ciò soprattutto nelle zone in prossimità delle creste, come pure nelle conche, nei canaloni e dietro ai cambi di pendenza. L'abbondante neve fresca così come gli accumuli di neve ventata devono essere valutati con attenzione.
Già un singolo appassionato di sport invernali può ancora provocare il distacco di valanghe, anche di medie dimensioni. Sono ancora possibili valanghe spontanee, soprattutto di medie dimensioni. A livello isolato le valanghe possono coinvolgere gli strati più profondi del manto nevoso. Con il rialzo termico, sono possibili valanghe per scivolamento di neve. Evitate le zone con rotture da scivolamento. Inoltre, specialmente nelle basi di pareti rocciose, sono possibili colate di piccole e, a livello isolato, di medie dimensioni».
Il Piemonte è stata l'ultima regione italiana a dotarsi di una legge sulla compartecipazione alle spese di soccorso, entrata in vigore il 1° gennaio 2016. Ma il problema resta definire un criterio oggettivo e definitivo per stabilire chi deve pagare e chi no.
La nostra regione ha adottato in questo senso sia «il bastone che la carota». Un esempio: se uno si sloga la caviglia a dieci minuti dal parcheggio o sulla cima del Monviso, la situazione cambia radicalmente, anche se l'entità della ferita è la stessa.
Il Piemonte ha cercato di fare tesoro delle esperienze altrui, approvando la legge sulla compartecipazione per disincentivare le chiamate inutili ma, di fatto, non applicandola mai. Un modo per ricordare che il confine comunque tra soccorritore e soccorso è labile.
D'altronde non si può essere soccorritore alpino senza essere alpinista e non si può essere soccorritore in ambiente ipogeo senza essere uno speleologo.
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