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Dopo 20 anni cambia il direttore nella storica Casa di riposo

Alla "Don Garneri" di Carrù, dal 1° gennaio un piccolo cambiamento "epocale": il successore arriva da Fossano

Dopo 20 anni cambia il direttore nella storica Casa di riposo

Il passaggio di consegne da Massimiliano Barello (a sinistra) ad Adriano Rosano (a destra)

Dopo vent'anni, nella storica Residenza per anziani "Don Garneri" di Carrù arriverà un nuovo direttore. Un cambiamento che potremmo definire "epocale". Il monasterese Massimiliano Barello, classe '71, si era insediato nel lontano 2006 e ha affrontato tutte le sfide e i vari passaggi dell’ente (allora ex Ospedale civile di Carrù). Dal 1° gennaio 2026 lascerà ufficialmente l’incarico al dottor Adriano Rosano.

Cinquanta­due anni, di formazione economica, il neo direttore arriva da Fossano e ha alle spalle oltre quindici anni di esperienza nella gestione di case di riposo tra la provincia di Cuneo e il Torinese. A Pancalieri la sua ultima esperienza professionale.

«Ci dispiace salutare Massimiliano – ha dichiarato Paolo Badino, presidente della Rsa Don Garneri – ma vogliamo ringraziarlo per questi vent’anni di grande lavoro. Barello ha accompagnato l’ente in tutte le sue trasformazioni, dal passaggio da Ipab a fondazione di diritto privato e, ora, a Ets (Ente del Terzo Settore), che verrà formalizzato il 28 ottobre. Ha guidato la struttura uscendo vincitore dopo tanti momenti difficili, come la pandemia di Covid e, ancor più, l’onda lunga che economicamente si è abbattuta dopo».


La consigliera Grazia Sciolla, l'ormai ex direttore Massimiliano Barello, il nuovo direttore Adriano Rosano, il presidente della Don Garneri Paolo Badino, la consigliera Cecilia Costamagna ed il sindaco Nicola Schellino. 

Barello: «Ringrazio la comunità carrucese che mi ha accolto»

«Sono stati anni intensi e complessi – ha ricordato Massimiliano Barello –. Dopo la pandemia siamo scesi a 52 posti occupati su 90, ma la situazione oggi, dopo anni difficili, è tornata a stabilizzarsi. Certo, i costi delle materie prime e dei servizi sono aumentati, come anche quelli dei contratti delle cooperative sociali che gestiscono il personale. È un peso che rischia di ricadere sugli utenti non convenzionati. In questi anni diverse strutture più piccole in zona hanno dovuto chiudere».

«Il mondo in vent’anni è cambiato completamente, il contesto sociale ed economico pure. L’assistenza si basa per forza di cose sulla persona, e oggi è diventato più difficile reperire il personale».

Sulle motivazioni che l’hanno portato a maturare questa scelta, aggiunge: «Mi è stata avanzata una proposta che rappresenta una crescita professionale e personale, sempre nel settore assistenziale. Ringrazio di cuore la comunità carrucese che mi ha accolto e sostenuto in questi anni, il sindaco Nicola Schellino e tutti i predecessori per la vicinanza, i vari amministratori succedutisi e tutto il personale, dai dipendenti alle cooperative. Sono stati investiti oltre due milioni di euro in ristrutturazioni, senza mai dover ricorrere a licenziamenti. È stato un percorso di stabilità e crescita condivisa».

Rosano: «Carrù gode di un’ottima fama»

Il nuovo direttore, Adriano Rosano, è pronto a raccogliere il testimone: «La Rsa di Carrù gode di un’ottima fama e ho trovato una struttura ordinata, con standard perfettamente rispettati. L’obiettivo è proseguire sulla strada dell’eccellenza, affrontando le nuove sfide che attendono il mondo delle Rsa. La Regione sta rivedendo la normativa del settore e le maglie potrebbero restringersi ancora: servirà una gestione solida e lungimirante.

L’onda lunga economica del Covid si sta esaurendo, ma ha lasciato una certa diffidenza. Vogliamo superarla, restituendo fiducia e valore al servizio: qui l’ospite torna a vivere in comunità, è quasi come se tornasse a scuola. È significativo che non ci siano state dimissioni volontarie: un segno della qualità percepita».

«Prima di giudicare, conoscere»

«Abbiamo voluto essere presenti agli eventi del paese, come nel caso della “Reginetta dell’uva senior”, per avvicinare la comunità alla struttura» – sottolineano Grazia Sciolla e Cecilia Costamagna, consigliere del Cda –. «Il 21 novembre organizzeremo una “Cena al buio” aperta a tutti in collaborazione con l’Unione Italiana Ciechi, per promuovere la conoscenza e l’empatia: prima di giudicare, bisogna conoscere».

La casa di riposo, paradossalmente, è spesso più apprezzata fuori dai confini comunali che in paese.«Prima conoscere, poi giudicare» – ha sintetizzato il sindaco Nicola Schellino, che ha espresso parole di stima e riconoscenza –: «Auguro a Massimiliano ogni fortuna per il futuro e do il benvenuto al nuovo direttore. In questi anni è stato svolto un ottimo lavoro. La struttura è parte integrante del paese, e solo conoscendola meglio si può superare quel velo di diffidenza». D’altronde, qui gli ospiti sanno anche ridere dei loro problemi e nascono anche amori. Più o meno consapevoli.

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