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Luciano Moggi e il bollito della domenica: la nuova routine a Carrù

L'ex Juve ora ha 88 anni ed è diventato un grande appassionato della cucina carrucese

Luciano Moggi e il bollito della domenica: la nuova routine a Carrù

Luciano Moggi ospite al "Bue grasso" di Carrù con il titolare Ezio Caula e il cuoco Francesco Alberto

«Pronto, sono Luciano e vorrei proprio mangiare il suo bollito». È cominciato tutto così, con una telefonata di un paio di mesi fa. Da allora Luciano Moggi è diventato una presenza quasi abituale per gli avventori e i clienti del ristorante "Al bue grasso" di Carrù, posto proprio all'uscita del casello autostradale nella "Porta delle Langhe.

«Prima ho parlato con un suo collaboratore, poi con lui. Eravamo pieni ma siamo riusciti a trovare un posticino in veranda all’esterno, proprio vicino alle giostrine per i bambini», ci spiega Ezio Caula, titolare del locale. Da allora ogni domenica, o poco più, l'ex "signore del calcio", colui che fu al centro dello scandalo Calciopoli ai tempi della Juventus, fa tappa a Carrù.

«Non so di preciso come ci abbia conosciuto, ma è sempre molto disponibile. Si ferma a parlare con tutti, fa foto, l'ultima volta è venuto con i nipoti. Il suo piatto preferito? Sicuramente il bollito, se lo porta via anche da asporto». Insomma, se non è impegnato a vedere qualche partita o per motivi di famiglia, Luciano c’è.



Oggi l'ex dirigente sportivo ha 88 anni, ma non ha mollato con la passione del calcio. Lo scorso anno era tornato sotto i riflettori come vicepresidente dei "Boomers", la squadra guidata da Fedez nella Kings League Italia. La competizione, ideata dall’ex stella del Barcellona, Gerard Piqué, aveva debuttato in Italia con un format tutto nuovo che fonde calcio e intrattenimento.

Ma Moggi è noto principalmente per gli anni alla Juventus. Ci arrivò nel ’94 e divenne un pilastro all'interno della cosiddetta "triade" con Bettega e Giraudo. I dodici anni alla guida dei bianconeri furono i più vincenti della sua avvincente carriera dirigenziale (con trascorsi alla Roma, alla Lazio, al Torino e al Napoli di Maradona). Rimase nell'organigramma della Juve fino al 2006, quando scoppiò la vicenda Calciopoli e venne radiato dalla Figc.


Parte dei vertici della Juventus nella seconda metà degli anni 90; da sinistra: l'amministratore Antonio Giraudo, l'allenatore Marcello Lippi, il presidente onorario Umberto Agnelli, il direttore sportivo Moggi e il vicepresidente Roberto Bettega (di spalle).

«Mio papà è granata, io a onor del vero non seguo il calcio. Ma Moggi è stato anche al Torino, quindi ci troviamo bene lo stesso», conclude scherzando Ezio Caula.

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