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Nocciola piemontese: Alta Langa vola, Roero e Astigiano in difficoltà

Cia Cuneo: “Campagna disomogenea come non si vedeva da cinquant’anni. Premiata la qualità Igp, servono reimpianti e più sostegni al settore.”

Nocciola piemontese: Alta Langa vola, Roero e Astigiano in crisi

Lorenzo Traversa

La raccolta delle nocciole 2025 in provincia di Cuneo si chiude con un bilancio a due facce.
Produzioni ottime in Alta Langa, dove la tradizione corilicola resta forte; rese molto più basse tra Roero, Astigiano e Alessandrino, dove caldo e siccità hanno pesato.

“Differenze mai viste in cinquant’anni”

«È un’annata a luci e ombre – spiega Lorenzo Traversa, corilicoltore ed ex presidente del Consorzio Nocciola Piemonte Igp –. Le rese e la qualità cambiano radicalmente da zona a zona, come non si era mai visto negli ultimi cinquant’anni».

Traversa sottolinea che chi ha curato il noccioleto con costanza ha comunque ottenuto risultati migliori:
«Il mercato premia la qualità: la Nocciola Piemonte Igp si conferma molto ricercata, con quotazioni fino a 40 euro al quintale in più rispetto ad altre produzioni».

Alta Langa in salute, Roero e Astigiano in difficoltà

Secondo Maurizio Ribotta, responsabile tecnico di Cia Agricoltori italiani di Cuneo, la situazione è “a macchia di leopardo”:
«Le produzioni più scarse si registrano nell’Alessandrino e nell’Astigiano, ma anche in alcune aree del Cuneese. Dove ci sono irrigazione e clima più fresco, invece, i risultati sono stati buoni».

Ribotta richiama anche l’urgenza di un piano di rinnovo dei noccioleti: «Molti impianti sono ormai vecchi. Servono misure pubbliche per sostenere i reimpianti e mantenere alta la competitività del comparto».

Saluzzese in crescita e allerta cimice asiatica

Segnali positivi arrivano dal Saluzzese, area che conferma la sua vocazione alla corilicoltura:
«Qui le produzioni sono state buone e i prezzi remunerativi. Chi ha lavorato bene è stato ripagato», evidenzia Ribotta.

Resta invece alta la preoccupazione per la cimice asiatica, tornata a colpire con forza nel 2025:
«Non possiamo abbassare la guardia – avverte Ribotta – ma le tecniche di biocontrollo, come l’immissione dell’insetto antagonista, stanno dando risultati incoraggianti».

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