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«Non c’erano né Carabinieri né ambulanza»: la Pro Dronero si difende

Dopo i fatti di sabato scorso in Under 19 tra i Draghi e il Centallo la società del presidente Beccaccini replica al referto arbitrale e al giudice sportivo: «Ricostruzione gravissima e infondata»

«Non c’erano né Carabinieri né ambulanza»: la Pro Dronero si difende

Il presidente della Pro Dronero, Corrado Beccaccini

Non si placa l’onda di quanto accaduto a Dronero nella 6ª giornata di qualificazione al Campionato Juniores Regionale disputatasi sabato 27 settembre tra i padroni di casa è il Centallo. A passare al contrattacco è la Pro Dronero che ha presentato formale ricorso, a firma del presidente Corrado Beccaccini, alle decisioni del Giudice sportivo territoriale basate sul referto arbitrale.

Atti di gara nei quali il giudice annotava che sono emersi i “purtroppo usuali” episodi di violenza da parte dei sostenitori delle due squadre. «al minuto 45 del secondo tempo, per oltre quindici minuti, i sostenitori delle due squadre si sono insultati e picchiati tanto da far intervenire sia i Carabinieri che una autoambulanza, in ragione del ferimento di una spettatrice».

Da qui la nostra proposta provocatoria di tenere fuori i genitori dalle tribune. Il senso generale della nostra riflessione non cambia, ma le contro argomentazioni della Pro Dronero sembrano far vacillare almeno alcuni punti della ricostruzione ufficiale. Già, perché il referto arbitrale vale come tale e in diversi casi è stata ribadita la sua intoccabilità.

La nota dei Draghi parte subito senza fronzoli: «Si ritiene gravissima e infondata la ricostruzione dei fatti. E' un falso clamoroso che siano intervenuti i Carabinieri, circostanza peraltro facilmente verificabile, così come il fatto che si sia reso necessaria un 'autoambulanza dal momento che nessuna spettatrice è stata assolutamente ferita e non è intervenuto assolutamente nessun operatore sanitario né è stata effettuata alcuna chiamata». Un punto su cui la Giustizia sportiva dovrà veramente fare chiarezza.

È muro contro muro anche sugli insulti di stampo razzista – «non uditi dall'arbitro» si legge nel referto – che la Pro Dronero addebita agli avversari.

«Corrisponde al falso anche il fatto che i momenti di tensione in campo e sugli spalti determinati dagli insulti razzisti contro i nostri giocatori siano durati addirittura un quarto d'ora, mentre in realtà il tutto si è concluso in pochi minuti per il comportamento responsabile dei dirigenti e dei tecnici di entrambe le formazioni ed in particolare ovviamente della Società ospitante, vittima degli insulti stessi. Si precisa che l'Allenatore della Pro Dronero, Sig. Emanuel Melardi, dopo essersi confrontato con i ragazzi della sua squadra, molto scossi per quello che stava avvenendo, ha preferito, con il consenso delle massime cariche societarie presenti alla partita ritirare la squadra dal campo, non solo come forma estrema di protesta contro le ingiurie di stampo razzista, ma anche per evitare che la situazione degenerasse ulteriormente stante il comportamento di alcuni giocatori della Società avversaria che, come da referto si sono aggrappati alla recinzione provocando ripetutamente i ragazzi di colore presenti in tribuna».

Da qui la richiesta «stante il comportamento irresponsabile dei giocatori della Società A.S.D. Giovanile Centallo 2006» della  «vittoria dell'incontro per 3-0 e la cancellazione dell'assurda sanzione finanziaria nei propri confronti che incredibilmente, a fronte degli sconcertanti episodi di cui siamo stati vittime ci pone sullo stesso piano di chi, oltre ad essere l'unico responsabile di quanto è avvenuto, essendo già qualificato non aveva ovviamente nessun interesse particolare al completamento dell'incontro in questione. Il tutto anche perché essendo la maggioranza dei ragazzi della nostra juniores di etnia africana, ed essendosi già verificati anche recentemente episodi simili sia pure non della stessa gravità, sarebbe davvero assurdo non sanzionare una volta per tutte con un provvedimento esemplare questi comportamenti vergognosi nei confronti dei nostri giocatori».

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