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17 Luglio 2025 - 16:38
Un viaggio nei Comuni più piccoli d'Italia
Il nostro viaggio inizia nel cuore dell'Alta Langa, a Igliano. È stato questo piccolo borgo di soli 65 abitanti a darci lo spunto ad alzare lo sguardo sui Comuni meno popolosi d'Italia. Ad ispirarci una dichiarazione controcorrente: "Il mio Comune deve continuare a esistere." A pronunciarla è stato il sindaco di quel paesino, Flavio Gonella, primo cittadino da 16 anni, intervistato dal nostro giornale, un uomo che ha voluto esporre la sua posizione e raccontare la resilienza di un'identità che non si misura in numeri, ma nella forza di una comunità.
Igliano non è un caso isolato. È un simbolo. Di quell’Italia che sta in fondo alle classifiche demografiche, ma probabilmente in cima a quelle dell’attaccamento al territorio. Una nazione parallela fatta di campanili, piccoli municipi e lunghe strade senza traffico, dove ogni persona è inevitabilmente parte essenziale della comunità.
L’Italia ha quasi 8.000 Comuni, e la stragrande maggioranza di questi ha meno di 5.000 abitanti. Molti, meno di 1.000. E c’è un gruppo ancora più ristretto, che sta tra le pieghe della geografia: sono i Comuni che non arrivano nemmeno a cento. Spesso nascosti in valli secondarie, in altura, o arroccati sulle colline. Questi luoghi sembrano sparire dalle mappe ufficiali, ma resistono nei registri demografici.
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2024, i dieci comuni con meno abitanti in Italia sono:
Posizione | Comune | Regione | Provincia | Abitanti |
---|---|---|---|---|
1 | Morterone | Lombardia | Lecco | 30 |
2 | Pedesina | Lombardia | Sondrio | 37 |
3 | Briga Alta | Piemonte | Cuneo | 40 |
4 | Macra | Piemonte | Cuneo | 41 |
5 | Ingria | Piemonte | Torino | 42 |
6 | Rocca de' Giorgi | Lombardia | Pavia | 46 |
6 | Ribordone | Piemonte | Torino | 46 |
8 | Cervatto | Piemonte | Vercelli | 47 |
9 | Torresina | Piemonte | Cuneo | 48 |
9 | Moncenisio | Piemonte | Torino | 48 |
Morterone, in provincia di Lecco, è il più piccolo in assoluto. Solo 30 abitanti, meno di un condominio cittadino. Eppure, anche lì c’è un sindaco, un municipio e una comunità.
È un Comune della provincia di Lecco, in Lombardia, situato ai piedi del Monte Resegone e immerso nella suggestiva cornice naturale della Valsassina. Oggi il paese è rinomato per la tranquillità e la qualità della vita che offre, la presenza di sentieri escursionistici e i suoi panorami mozzafiato, oltre a essere meta per chi cerca un turismo lento e sostenibile. Il borgo è costituito da case sparse e conserva ancora tradizioni legate al territorio montano, come la produzione casearia e le attività boschive.
Una menzione speciale va alla nostra provincia di Cuneo, che guida la classifica dei territori con il maggior numero di Comuni sotto i 100 abitanti. Un vero e proprio mosaico di piccole realtà, spesso sconosciute agli italiani stessi: Briga Alta, Castelmagno, Marmora, Macra, Bergolo, Torresina, Igliano.
La domanda è lecita: che senso ha tenere in piedi un Comune da 50 abitanti?
La risposta, però, è più articolata di quanto sembri. Il Comune è la prima cellula democratica dello Stato. È lì che si forma il rapporto tra cittadino e istituzione. Chiudere un piccolo Comune non è facile. Non è solo una questione logistica, è un taglio simbolico. È dire a un paese: “Non esisti abbastanza”. Il campanile è pur sempre il campanile.
In molti casi, la fusione con altri Comuni porta alla perdita di identità, alla mancanza di servizi e a un senso di abbandono che accelera lo spopolamento. Ma con il passare del tempo, l'aumento dei costi di gestione porterà con tutta probabilità ad una razionalizzazione delle spese e ad un inevitabile "taglio".
Molti sindaci, come Gonella (nella foto) a Igliano, non hanno nemmeno un dipendente comunale. Ma non si arrendono.
Scrivono delibere, asfaltano strade, coordinano la raccolta differenziata, organizzano sagre, e fanno da centralino umano quando il cellulare non prende.
Durante le festività natalizie o in estate, alcuni di questi Comuni vedono la popolazione raddoppiare temporaneamente, grazie al ritorno degli emigrati e dei figli sparsi per l’Italia. È una sorta di “diaspora al contrario”, che ricorda che quelle radici esistono ancora. In un’epoca in cui si parla tanto di “ritorno ai borghi” e di “smart working nella natura”, questi Comuni vogliono dire la loro: hanno case vuote, spazi da vivere, paesaggi da cartolina. Certo bisogna adeguarsi e rinunciare a qualcosa.
Il nostro viaggio cominciato a Igliano ci ha portato tra paesi dove ogni nome è conosciuto, dove non servono navigatori, e dove il tempo sembra rallentare. Non sappiamo se tra dieci anni questi Comuni esisteranno ancora. Ma oggi, sì. Esistono. Vivono. Resistono. E finché c’è un sindaco che firma un’ordinanza, un vecchio che racconta la storia del paese, e un giovane che torna almeno a Natale, allora quella comunità si può sentire viva.
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