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12 Settembre 2025 - 11:53
L’analisi dei dati sui primi 6 mesi di attività nella “Cittadella della carità” di Mondovì, gestita dalla Caritas diocesana, grazie soprattutto ai volontari dell’ETS “Amici della Cittadella della Carità”, mostra un quadro delle povertà del nostro territorio, che conferma le emergenze del recente passato, rimarcandone, tuttavia, significativamente alcune.
Al 30 giugno si contavano 436 persone/nuclei accolti per un colloquio, dei quali 125 incontrati per la prima volta; nel 1° semestre 2024 arrivammo rispettivamente a 539 e 133, a fine anno a 726 e 235. Gli italiani continuano a rappresentare il gruppo più vasto, salendo al 45,64%, sul 43,41% del 1° semestre “24, ma superavano già il 45% nel complesso dell’anno scorso; sottolineiamo che nel 2022 toccavano appena il 37%. Scendono a 99 le famiglie del Nord Africa** rispetto alle 158 al 30.06.24, mentre aumenta l’incidenza delle persone del resto dell’Africa dal 14,5 al 17,20%, probabilmente per il motivo, di cui diremo più avanti.
«Da alcuni anni chi bussa alla “Cittadella della carità” per un disagio, nel dialogo ne manifesta anche altri: le richieste di aiuto dei 436 beneficiari censite sono 1.010; varie hanno portato ad interventi ripetuti, o ad un sostegno prolungato spiega Marco Fulcheri responsabile della Caritas diocesana -. La concessione dell’aiuto è filtrata dal colloquio, ove si approfondiscono le condizioni personali, sociali, economiche e la rete relazionale, per provare ad avviare un percorso di superamento delle ragioni del bisogno. I problemi economici in senso lato (carenza di mezzi di sostentamento, difficoltà per pagamento utenze, spese condominiali, acquisti non procrastinabili…) si confermano al top (36%); seguono le problematiche del lavoro, rilevate sempre in 1 persona su 4, per l’assenza di occupazione, per gli effetti negativi del “lavoro povero”, che preclude una vita dignitosa a singoli e famiglie, per mancanza di formazione o per difficoltà a raggiungere la sede di lavoro; rispetto al “24 salgono dal 14% al 19% le segnalazioni di carenze abitative (dall’essere senza tetto, oggetto di sfratto, con una casa priva dei servizi essenziali…) e dal 6% al 7% l’insostenibilità di spese sanitarie».
Grazie ai servizi della “Cittadella della carità” ed all’impegno dei Volontari è stato possibile dare in buona parte risposta ai bisogni più gravi, che si presentano spesso improvvisi.
Rispetto ai “senza dimora”, si interviene per gli uomini, che cumulano la stragrande maggioranza delle richieste, con l’accoglienza notturna programmata, che dispone di 8 posti, distribuiti su 3 camere, e di un “letto di emergenza”. Passato il vaglio dell’Ascolto, si sottoscrive il “Patto di Accoglienza”, che apre, in analogia alle altre “Accoglienze” della Granda, alla permanenza massima di 30 notti, in cambio del rispetto di regole di educazione e di igiene. L’ammissione dalle 20 della sera, le tisane, la sorveglianza, la colazione ed il congedo per le 7.30 del mattino sono curate da Volontari. Il 2025 ha conosciuto un forte incremento dell’occupazione dei posti con una diminuzione degli Italiani ed un aumento degli Stranieri, fatto che, a noi pare influenzato da maggiore inflessibilità nella dimissione dei Richiedenti Asilo da Centri di Accoglienza, quando acquisiscono il Permesso di Soggiorno: capita che si presentino da noi Stranieri “regolari” con un contratto di lavoro, spesso a tempo indeterminato, ma ancora in cerca di un “tetto”.
2024 anno intero: notti fruite 2.151 (occupazione posti 73,46%).
italiani (33) notti fruite 926; stranieri (44) notti fruite 1.225
2024 gennaio - giugno, notti fruite 1.065 (occupazione posti 76,14%)
italiani (24), notti fruite 589; stranieri (26), notti fruite 476.
2025 gennaio - giugno: notti fruite 1.246 (occupazione posti 86,04%)
italiani (15), notti fruite 375; stranieri (35), notti fruite 871
Dopo la pausa di 15 giorni in agosto per le usuali pulizie approfondite, l’“Accoglienza” ha rapidamente raggiunto la massima occupazione, mentre nell’agosto ‘24 si venne colmando più lentamente.
«Presso la “Cittadella della carità” - spiega il direttore Caritas diocesana Marco Fulcheri - disponiamo di quattro monolocali; in altri punti della Città, grazie a comodati d’uso, possiamo utilizzare due bilocali ed un alloggio più grande; a questo “patrimonio” si è aggiunto da inizio estate un alloggio, acquistato dall’ETS “Amici”, fruendo di una generosissima donazione di una famiglia monregalese. Nell’ambito di questi spazi mettiamo in campo, concordandoli a seconda dei casi con i Servizi Sociali o con la Città di Mondovì, Progetti di inserimento/reinserimento sociale per singoli, donne e uomini, e famiglie “senza dimora” per vari motivi, “sfrattati” o in uscita dai Centri di Accoglienza con difficoltà a reperire “casa”. I Progetti hanno varia durata e mirano a dare o restituire autonomia, precipuamente attraverso il lavoro; chi li sottoscrive assume impegni verso la Caritas ed “Amici”, ed è accompagnato da volontari in qualità di tutor. Fino a giugno nei 4 monolocali 3 persone italiane e 4 straniere hanno fruito in totale di 607 notti, mentre in quel periodo del “24 le notti erano state 488; i 2 alloggi in Breo e quello sull’Altipiano sono sempre stati occupati. Dal 9 settembre una famiglia uscita da un Centro di Accoglienza “inaugura” il nuovo alloggio».
«Affrontiamo l’emergenza alimentare per gli ospiti delle varie forme di accoglienza e per persone con redditi bassi o situazioni di fragilità, con la mensa serale - aggiunge ancora Marco Fulcheri -, istituzione “storica”, affidata anch’essa a cuochi e addetti volontari, che la dan vita tutte le sere dell’anno. La mensa incarna la “lotta allo spreco alimentare”: offre nei primi 5 giorni della settimana principalmente il cibo recuperato dalla refezione dei Dipendenti dell’Ospedale e, nel periodo scolastico, da quella dei ragazzi; si completano i menù con alimenti invenduti provenienti dai negozi di vicinato e dai supermercati Coop, Lidl e Aldi, con donazioni di Ditte, con il rifornimento mensile presso il Banco Alimentare, e con 4 raccolte l’anno. Ecco i “numeri” della mensa».
2024 anno intero: pasti fruiti 6.692. Italiani (56), pasti 3.059. Stranieri (74) pasti 3.633
2024 gennaio - giugno, pasti fruiti 3.509. Italiani (28), pasti 1.722. Stranieri (39), pasti 1.787
2025 gennaio - giugno: pasti fruiti 3.331. Italiani (23), pasti 1.190. Stranieri (58), pasti 2.141
Il calo degli italiani è dovuto principalmente al fatto che per alcuni dei commensali più “fedeli” la pensione o forme di sostegno pubbliche rendono meno pressante il bisogno di questo aiuto; di converso, come si è evidenziato nei punti precedenti, emerge sempre più l’estrema povertà di un crescente numero di stranieri. Infine va ricordato che la Caritas diocesana offre poche “buste alimentari”, assistenza praticata in città e nei paesi dalle parrocchie e dalle San Vincenzo; tuttavia 14 parrocchie e 4 Enti con diversa cadenza si riforniscono alle dispense della “Cittadella della carità”, ove volontari gestiscono il “fresco” e i beni “a lunga scadenza”.
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