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Buffon: «Ho imparato dai miei errori. La mia forza? Restare autentico»

A Frabosa Sottana, tra applausi e selfie, l’ex portiere della Juve e della Nazionale si racconta senza filtri: «Mai nascosto dietro nessuno. Gli sbagli ti fanno uomo»

Buffon: «Ho imparato dai miei errori. La mia forza? Restare autentico»

È arrivato accolto da un’ovazione, travolto dall’affetto dei tifosi e dal calore del pubblico del Galà della Castagna d’Oro, dove oggi riceve il prestigioso riconoscimento insieme a grandi protagonisti dello sport italiano. Ma sul palco Gianluigi Buffon ha lasciato da parte i trofei per mostrare la parte più autentica di sé: quella dell’uomo che ha imparato a conoscersi, anche attraverso le proprie cadute.

«Ero severo con me stesso – ha raccontato a Marino Bartoletti – perché fino a vent’anni pensavo fosse giusto concedersi errori, viverli, capirli. Ma poi arriva il momento in cui devi guardarti allo specchio senza abbassare lo sguardo. Io ci sono riuscito solo restando autentico, con i miei pregi e i miei difetti».

Un’autenticità che Buffon rivendica con orgoglio: «Mi sono vergognato per alcuni errori, ma li ho sempre pagati in prima persona, senza che nessuno si mettesse in mezzo. È così che si impara davvero: quando sbagli e ci metti la faccia, diventi un uomo migliore».

Nel suo percorso di crescita, un ruolo importante durante i suoi trascorsi con la maglia azzurra lo hanno avuto anche Gigi Riva e Gianluca Vialli. Buffon li ha ricordati con emozione e rispetto.

«Parlando di Gigi Riva e Gianluca Vialli, veramente al di là del ruolo, sono due delle cinque persone nel calcio che, quando parlavano o quando avevo la fortuna di interagire con loro, mi facevano sentire fortunato. Uscivo da ogni confronto arricchito: qualcosa mi hanno sempre lasciato. Il fatto di aver preso oggi il loro posto è una soddisfazione, un orgoglio personale, ma non c’è nessuna volontà di instaurare rivalità o sfide. Con molta serenità, lo sport mi ha insegnato a riconoscere chi è migliore di te e saperlo accettare. Sono due persone che, per valore e per ciò che hanno lasciato e trasmesso, sono superiori a me. Non ho nessuna sfida da fare: posso dare solo quello che posso dare, sperando che sia utile, ma so che non potrò mai eguagliarli. E con questo ho già chiuso l’argomento».

Sul tema delle droghe, Buffon è stato netto: «Per gli sportivi è un no tassativo. Dobbiamo rappresentare un esempio». Ha ricordato con ironia un episodio di gioventù: «Una volta in discoteca un amico cercò di mettermi un pasticcone in bocca: lo cacciai via subito. Non fa parte di me».

 

 

Gigi Buffon con lo Juventus Club Mondovì

  

E sul suo rapporto con i tifosi: «La gente mi vuole bene perché non mi vede come uno sportivo inarrivabile, ma come uno di loro, con le fragilità e le debolezze che abbiamo tutti».

 

Infine, un pensiero per chi lo ha ispirato tra i pali: «Il portiere che mi ha fatto innamorare del ruolo è stato Thomas N’Kono, il mitico estremo difensore del Camerun anni Ottanta».

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