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Torino aspetta Sinner dopo la bufera per il "no" alla Coppa Davis

Il tennista numero 2 del mondo vince a Vienna e sarà alle Nitto Atp Finals, ma ha rinunciato alla competizione per nazioni “per una settimana in più di lavoro” e scoppia la polemica. Intanto Musetti scalpita per unirsi alla festa torinese

Torino aspetta Sinner dopo la bufera per il "no" alla Coppa Davis

Torino ha già lucidato la coppa, acceso i riflettori del Pala Alpitour e preparato il classico “benvenuto” sabaudo: sobrio fuori, elettrico dentro. La notizia che conta è semplice: Jannik Sinner sarà alle Nitto ATP Finals di Torino — qualificazione già blindata e titolo da difendere — quindi sì, la città avrà il suo uomo-copertina per una delle competizioni più attese, a partire dal 9 novembre.

 

 

Il numero 2 del mondo ha intanto messo in bacheca un altro trofeo, vincendo a Vienna l'ATP 500 dopo una lunga, combattuta e splendida finale contro Zverev. Un successo, l'ottavo indoor, che arriva come un tonico fortificante, dopo che l'azzurro aveva dovuto ritirarsi per crampi a Shangai. E ora, salvo cambi di programma, l'appuntamento all'ATP 1000 di Parigi-Bercy

 

 

La polemica, come al solito

 

Nel frattempo, il caso delle ultime settimane: Sinner dice no alle Davis Cup Finals di Bologna (in programma dal 18 novembre). Apriti cielo. In realtà la spiegazione è da manuale del professionista: dopo Torino, una settimana piena di preparazione fa la differenza in vista dell’Australian Open, dove Jannik è campione in carica. “Non è stata una scelta facile, ma l’obiettivo è partire col piede giusto in Australia”, ha spiegato a Sky. Traduzione: meno patriottismo da bar, più programmazione da top player.

Come da copione, si è scatenato la polemica-teatrino: Nicola Pietrangeli parla di “schiaffo” (non alla regina, alla Davis), mentre Bruno Vespa è riuscito persino a trasformare Carlos Alcaraz in “Alvarez” in una tirata social rimasta negli annali del facepalm. Ironia del destino: il web lo ha immediatamente immortalato a meme. Risultato? Un punto gratis a Jannik nel tie-break dell’opinione pubblica.

 

 

Insomma ogni volta che questo ragazzo altoatesino fa le sue scelte, ricordiamo legittime, e che a qualcuno queste scelte non piacciono, sembra scaternarsi l'inferno. A molti non va giù che la sua lingua madre sia il tedesco, ad altri che viva a Montecarlo e che non paghi le tasse in Italia.

  

E ora la rinuncia alla Davis, un'altra scelta forte, che peraltro era già nell'aria da mesi, ma che i "patrioti" non riescono a digerire, forse dimenticando che negli ultimi due anni è stato proprio Jannik a portare l'Italia alla conquista della coppa.

  

Davis, no grazie? Chiedere a Federer, Nadal, Djokovic

 

Per i puristi: non è eresia saltare la Davis. È storia contemporanea. Federer, Nadal e Djokovic l’hanno fatta spesso, per calendario, infortuni o semplice gestione della carriera. È così da anni, lo ammetteva lo stesso Nadal già nel 2018; e nel 2023 l’ennesima discussione ricordava che i big non sempre incastrano la rassegna a squadre. Morale: scegliere i picchi della stagione non rende “meno italiani”, rende più vincenti.

 

 

Torino, show garantito (e Musetti all’orizzonte)

 

Qui la buona notizia per i fan azzurri: Lorenzo Musetti è in piena corsa per un posto alle Finals e potrebbe raggiungere Sinner a Torino. È in lotta sull’ottavo gradino della Race e se la gioca fino a Parigi-Bercy: plot twist possibile e biglietteria che già sorride. Nel peggiore dei casi, sarà comunque tra i protagonisti in Davis a Bologna.

 

 

La coppa in vetrina, la città in campo

 

 

Intanto, Torino ha messo in mostra il trofeo nel Grattacielo Piemonte (24–26 ottobre) e trasformato l’area in un parco giochi della racchetta con “Tennis in Città 2025”: campi all’aperto, ping-pong, scuole e famiglie. Se cercate un posto dove il tennis è già ovunque, eccolo.

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