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Giovani e cibo: 9 su 10 attenti a cosa mangiano, 4 su 10 dicono no agli insetti

Secondo l’indagine Piepoli–Confeuro, i ragazzi italiani credono nella qualità, nella provenienza dei prodotti e nell’agricoltura come lavoro del futuro

Giovani e cibo: 9 su 10 attenti a cosa mangiano, 4 su 10 dicono no agli insetti

I giovani italiani sanno cosa vogliono mettere nel piatto.

Secondo l’indagine “Agri Under 35 – Coltiviamo il futuro”, realizzata dall’Istituto Piepoli per Confeuro e presentata a Roma, 9 ragazzi su 10 dichiarano di essere attenti a ciò che mangiano e alla qualità del cibo.

Ma non solo: l’89% sarebbe disposto a spendere di più pur di acquistare prodotti genuini e quasi l’80% controlla la provenienza dei cibi, segno di una generazione sempre più consapevole delle proprie scelte alimentari.

 

 

Novel food? Scetticismo (soprattutto tra le ragazze)

 

Quando si parla di cibo artificiale o “novel food”, i giovani italiani mostrano opinioni molto chiare.
Il 40% afferma che non mangerebbe mai alimenti a base di farina di insetti, e la percentuale sale al 48% tra le donne.

Allo stesso tempo, un terzo dei ragazzi riconosce che il cibo sintetico possa rappresentare una necessità per il pianeta, mentre un giovane su quattro lo considera una forma di innovazione.
Solo il 7% pensa che in futuro il cibo artificiale sostituirà quello naturale, mentre per la maggioranza la sostituzione sarà solo parziale.

Le principali motivazioni che spingono a provarlo? Curiosità e voglia di novità (34%), più che convenienza economica.
Eppure, uno su tre resta categorico: mai cibo da laboratorio nel mio piatto.

 

 

Agricoltura, custode del futuro

 

L’indagine fotografa anche un forte senso di rispetto verso il mondo agricolo:

  • 1 giovane su 2 ritiene che senza agricoltura e allevamento “non ci sarebbe vita sulla Terra”.

  • L’84% considera fondamentali i contributi agli agricoltori per tutelare il patrimonio alimentare.

  • Il 77% immagina un’agricoltura del futuro tecnologica e innovativa.

Non mancano anche vocazioni concrete: il 15% dei giovani dichiara che, con gli strumenti adeguati, sceglierebbe di fare l’agricoltore o l’allevatore; e un altro 40% non esclude questa possibilità, segno che il settore primario torna a ispirare fiducia e rispetto.

 

  

Confeuro: “Dai giovani un segnale di speranza per l’agricoltura italiana”

 

Per Andrea Tiso, presidente nazionale di Confeuro, i risultati dell’indagine rappresentano “una prova di maturità culturale e consapevolezza sociale”.

“I giovani italiani – spiega Tiso – non si limitano a consumare, ma riflettono sul rapporto tra uomo, natura, cibo e società. La loro sensibilità verso la qualità e il rispetto per il lavoro agricolo apre prospettive nuove per il futuro del settore”.

Il presidente ha poi lanciato un appello alla politica:

“Occorre investire nella formazione, nell’accesso alla terra e in politiche strutturali, per trasformare questo potenziale in realtà. Sostenere i giovani in agricoltura significa sostenere il futuro del Paese.”

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