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09 Dicembre 2025 - 15:49
Altri tre bambini feriti e malati in fuga da Gaza sono stati ricoverati nell’ospedale Regina Margherita di Torino, mentre i loro familiari sono stati accolti in città con il supporto della Prefettura e della Protezione civile.
La più piccola si chiama Mariam, ha appena un anno, è affetta da una sindrome genetica ed è accompagnata dalla mamma e dal fratellino di quattro anni. Fatin, tre anni, e Ahmed, sedici anni, invece, sono rimasti feriti sotto i bombardamenti su Gaza. La prima viaggia con i genitori, il secondo con la madre, due fratelli e una sorella.
L’aereo militare che li ha portati in Italia è atterrato a Caselle intorno all’una di questa notte. Sul volo viaggiavano anche altri piccoli pazienti in arrivo dalla Striscia, che sono stati presi in carico dall’emergenza sanitaria della Lombardia.

La centrale operativa del 118 di Azienda Zero ha coordinato l'intervento delle ambulanze di Croce Rossa, Sogit e Croce Verde di Vinovo e Piobesi, che hanno atteso sotto bordo i bambini e i loro familiari, organizzato le equipe sanitarie di medici e infermieri che hanno seguito il trasferimento. I bambini sono quindi stati affidati al Dipartimento di Patologia e cura del bambino, mentre i familiari, con il supporto di due mediatrici culturali, sono stati accompagnati dalla Protezione civile negli alloggi loro destinati.
Il commissario del Regina Margherita Franco Ripa e la professoressa Franca Fagioli, che dirige il Dipartimento, fanno presente che «i tre bambini sono in gravi condizioni cliniche. Sarà avviato un percorso multidisciplinare per sanare le ferite del corpo e della mente provocate dalla guerra e per aiutarli a superare il distacco dal Paese d’origine. Il cammino da fare sarà lungo e complesso ma confidiamo di aiutare loro e le loro famiglie».
«Ancora una volta il Piemonte dimostra la sua grande tradizione di solidarietà e generosità» - affermano il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità Federico Riboldi - «Il sistema sanitario regionale interviene con la propria professionalità e competenza medica per curare bambini che provengono da zone del mondo martoriate dalla guerra. L’augurio è che possano essere curati e tornare presto a sorridere e a vivere in un contesto diverso da quello, terribile, dal quale provengono».

«Essere presenti a un’operazione come questa ricorda a tutti noi il senso profondo del nostro lavoro. Offrire protezione e cure a bambini in condizioni così fragili non è soltanto un dovere, è un privilegio. Azienda Zero è orgogliosa dell’impegno della propria emergenza sanitaria, che anche questa notte ha dimostrato competenza e capacità di risposta», aggiunge Adriano Leli, direttore generale di Azienda Zero, che ha partecipato all’operazione a Caselle.
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