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Da un anno e mezzo il grido silenzioso delle "Donne per la pace"

Ogni sabato, senza sosta, le "Donne in cammino per la pace" di Mondovì portano il loro flash mob e il loro striscione che chiede il "cessate il fuoco"

donne per la pace

Ogni sabato, senza sosta, le "Donne in cammino per la pace" portano il loro flash mob e il loro striscione che chiede il "cessate il fuoco"

Hanno cominciato nel febbraio del 2024, con uno striscione bianco: "CESSATE IL FUOCO". Non si sono mai fermate. Da un anno e mezzo, ogni sabato mattina, a Mondovì Breo le "Donne in cammino per la Pace" restano immobili, col loro grido silenzioso che ripete l'appello a fermare la guerra, e in primis il genocidio che si sta commettendo a Gaza. Nello stesso posto. Con flash mob che a volte hanno incluso atti più impattanti, come l'esposizione di sudari macchiati di rosso sangue, lo scorso maggio.

Il loro flash mob è silenzioso: a parlare sono i fatti. Vestite di nero, con una fascia al braccio e cartelli appesi al collo. 

Stiamo aprlando di un massacro che conta decine di migliaia di morti. Ma il conteggio è difficile, nei fatti impossibile. Un dato riportato da "Avvenire" poche settimane fa parla di una cifra che sta fra 55 e 75 mila persone uccise a Gaza dall'ottobre 2023, di cui un terzo sono bambini. Secondo un rapporto di UNICEF (lo trovate qui), dall'ottobre 2023 oltre 50 mila sono i bambini  uccisi o feriti. «Quanti altri bambini e bambine morti ci vorranno? Quale livello di orrore deve essere trasmesso in diretta prima che la comunità internazionale si faccia avanti, usi la sua influenza e intraprenda un'azione coraggiosa e decisiva per porre fine a questa spietata uccisione di bambini?»

Un presidio che non si ferma, quello delle "Donne in cammino per la pace". Come, purtroppo, non si stanno fermando i bombardamenti nella Striscia. Ma loro non hanno mai mollato. Sarebbe stato facile farlo per un mese, due, magari sei. Invece sono sempre lì.

 «Certo, si potrebbe dire che non stiamo “ottenendo nulla” - ci avevano detto, qualche mese fa - … ma le cose si fanno anche piantando dei piccoli semi. Noi crediamo moltissimo in questo impegno. Il sabato coi flash mob a Breo, con azioni come il “lenzuolo della memoria” con i nomi dei bambini e delle bambine uccisi. Queste iniziative si fanno per mantenere vivo il tema e per creare occasioni di contatto con le persone. La nostra presenza suscita reazioni diverse, e a volte… contrapposte. Tante persone ci vengono a parlare: ci ringraziano per quello che facciamo, ci dicono che è importante. Qualcuno ci applaude. Altre, semplicemente, ci ignorano e tirano dritto. Oppure ci dicono: “Quel che fate non serve a nulla”. In generale, sono più le donne ad avvicinarci e parlarci». Sembra incredibile a dirsi, ma anche la Pace è diventata un argomento divisivo. Ma non per loro.

Il prossimo obiettivo? Mettere un seme più grande: l'Ufficio per la Pace, che a Mondovì nascerà grazie alla collaborazione col Comune.

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