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04 Agosto 2025 - 11:44
Non è una novità, lo sappiamo: in Italia, come ovunque, c'è chi si ostina a negare gli effetti del cambiamento climatico, oppure a sminuirne il senso dicendo che se questo sta avvenendo non è certo per conseguenze dovute all'attività umana (i cosiddetti "effetti antropici).
E poi, c'è chi invece si occupa di scienza per davvero: e studia i dati. Come il team studentesco DIRECT (DIsaster RECovery Team) del Politecnico di Torino, che dal 22 al 25 luglio scorsi, è salito in quota nel cuore delle Alpi Marittime, per acquisire informazioni sui cambiamenti climatici e dei suoi effetti sui territori alpini.
Il gruppo è stato supportato nel lavoro dall’Ente di gestione delle Aree Protette Alpi Marittime, nell’ambito del progetto Interreg-ALCOTRA "ACLIMO", in cui i collaboratori Costanza Luconi e Davide Barberis hanno affiancato le attività di rilievo e di riconoscimento delle specie vegetali.
Nello specifico, i casi studio sono stati due laghi alpini – il Vej del Bouc a 2042 m e il Brocan a 2010 m – in valle Gesso, in cui gli e le studenti di Ateneo hanno potuto approfondire un approccio multisensore per il rilievo metrico 3D.
«In particolare - spiega il team - , dopo aver posizionato e rilevato i punti d’appoggio con un ricevitore GNSS, i membri del Team hanno effettuato voli con droni multispettrali (UAV – Uncrewed Aerial Vehicle), per la produzione di modelli 3D e ortofoto per lo studio della vegetazione, e rilievi batimetrici – misurazioni della profondità dell’acqua dei laghi – con due ROV (Remotely Operated Vehicle) – veicolo sottomarino controllato da remoto da una postazione di controllo sulla superficie – per la ricostruzione del fondale. Il Team ha avuto inoltre la possibilità di vedere e confrontare due ROV di superficie per l’acquisizione dei dati batimetrici, e di osservare la Blue Boat equipaggiata con un echo-sounder single beam di STONEX e l’Apache 4 di CHCNAV concesso dall’azienda MicroGeo srl che, grazie ai suoi operatori Francesco Conti e Ilie Racu, ha condotto una sessione dimostrativa delle funzionalità del veicolo e acquisito i dati del lago Brocan».
Le attività sono state coordinate da Francesca Matrone, ricercatrice presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture-DIATI, e da Elisabetta Colucci e Filiberto Chiabrando, rispettivamente ricercatrice e docente presso il Dipartimento Architettura e Design-DAD, con il supporto di Paolo Maschio, Francesca Gallitto, Chiara Graziani e Stefania Manca, tutor del progetto che operano presso i Laboratori di Geomatica del DIATI e del DAD. Coinvolti nell’iniziativa, gli e le studenti di Ateneo Clara Anfossi, Daniel Cardozo Diaz, Jacopo Fumero, Folco Gabriele e Amin Soleimani Hezari, iscritti ai corsi di laurea triennale e magistrale in Ingegneria Edile e in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio.
I risultati di questa campagna di rilievo permetteranno così di analizzare la misura delle profondità, della rappresentazione grafica e dello studio morfologico dei fondali dei due laghi, confrontarla con quella del 2024 per analizzare i livelli di acqua e classificare in dettaglio la vegetazione del luogo, e per investigare in ultimo la presenza di eventuali specie alloctone e studiarne l’espansione nel corso degli anni.
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