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02 Settembre 2025 - 09:10
Una delle manifestazioni "Free Iran" e, nel riquadro, il dottor Khosro Nikzat
Il 6 settembre decine di migliaia di iraniani si raduneranno a Bruxelles, davanti all’Atomium, per partecipare alla grande manifestazione organizzata dalla resistenza iraniana. L’iniziativa — promossa come il «Free Iran Rally» — punta a riaffermare la richiesta di un Iran repubblicano, democratico e laico e a invocare una risposta internazionale più ferma alle violazioni dei diritti umani in patria.
I partecipanti, tra cui anche il medico-attivista di Margarita Khosro Nikzat, presidente dell’Associazione Medici e Farmacisti Iraniani in Italia, chiederanno in particolare all’Occidente di condannare con decisione le esecuzioni di prigionieri politici, gli arresti arbitrari di oppositori e sostenitori del MEK (Mujahedin-e Khalq / Mujahedein del popolo iraniano) e di alzare la voce contro il programma nucleare militare del regime. Tra le rivendicazioni ci sono richieste concrete alle istituzioni internazionali — dalle Nazioni Unite all’Unione Europea — per imporre sanzioni mirate, protezione dei prigionieri politici e misure contro le strutture responsabili delle repressioni.
All’appello per la partecipazione hanno risposto anche diversi amministratori locali italiani: numerosi sindaci della provincia di Cuneo hanno invitato i cittadini a partecipare alla manifestazione e hanno dichiarato il proprio sostegno ai dieci punti programmatici proposti dalla presidente eletta del CNRI, Maryam Rajavi.
Maryam Rajavi
Tra gli amministratori citati sui siti della mobilitazione figurano il primo cittadino di Farigliano, Ivano Airaldi, il vicesindaco di Margarita, Dario Lingua, il sindaco di Valdieri, Guido Giordana, il sindaco di Boves, Matteo Ravera, il sindaco di Trinità, Ernesta Zucco, il sindaco di Cervasca, Enzo Garnerone, il sindaco di Castelletto Stura, Alessandro Dacomo, il sindaco di Pianfei, Marco Turco e il sindaco di Beinette, Lorenzo Busciglio. I sindaci hanno inviato agli organizzatori una serie di videomessaggi, nei quali spiegano di appoggiare l'iniziativa.
Il programma in dieci punti promosso da Maryam Rajavi e dal CNRI propone una roadmap per un Iran laico e democratico: abolizione della pena di morte, separazione fra religione e Stato, garanzie per le libertà civili e individuali, ed elezioni libere entro un periodo definito dopo la caduta del regime. Il documento è presentato come il nucleo programmatico della resistenza in esilio e viene citato ripetutamente nelle iniziative internazionali dell'opposizione.
Il contesto dei richiami internazionali è drammatico: organismi internazionali e agenzie di stampa denunciano un forte aumento delle esecuzioni e delle violazioni dei diritti umani in Iran, con centinaia di condanne capitale e denunce di processi irregolari. Organismi come l'Ufficio dell'Alto Commissario per i Diritti Umani hanno espresso preoccupazione per l'escalation delle esecuzioni, mentre reportage internazionali documentano casi concreti, anche legati a membri dell'opposizione.
La manifestazione di Bruxelles si presenta quindi come un banco di prova politico e mediatico: oltre a fungere da momento di coesione per la diaspora e gli oppositori interni, punta a sollecitare governi e istituzioni europee a tradurre le condanne in atti concreti (sanzioni, avvio di indagini internazionali, riconoscimenti della violazione sistematica dei diritti). Per i media e gli osservatori, sarà importante monitorare sia la partecipazione sia le risposte diplomatiche che seguiranno alla mobilitazione.
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