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I Trelilu (che sono quattro) adottano un albero... "da vestire"

Inevitabile la battuta: «È l'ontano... ma potete vederlo da vicino»

I Trelilu adottano un albero "da vestire"

«Abbiamo adottato l’ontano… ma si può vedere da vicino!». Non potevano che farci su una battuta, come sempre, i Trelilu (che sono quattro).

I musicisti “fol-k” monregalesi hanno risposto all’appello di “LaCrazyC” (Carla Cervella) e di Lorenza Borsarelli e hanno adottato un albero al “Bosco vestito” del Parco Acquadolce

Verrà inaugurato mercoledì 17 settembre, alle 17, in un pomeriggio di grande allegria e di festa. Ci sarà anche un momenti conviviale, con un picnic sull’erba del parco (“pinnic”: costo 12 euro) e un incontro con tutti i vari “scapin” che hanno decorato gli alberi con la lana.

Per chi vuole prenotarsi per il “pinnic”: necessario contattare via whatsapp entro sabato 13 settembre il numero 335. 1863923.

Cos'è il Bosco vestito?

L’idea è nata guardando una foto, vista sul web. Un’immagine fra tante: un viale alberato… con gli alberi vestiti di lana. Ma non è strano? Ma non fa male ai fusti? «Assolutamente no: lana e cotone sono materiali naturali, proteggono di inverno e non hanno effetto d’estate». Gli artisti lo chiamano “yarn bombing”, e se ne trovano mille esempi in giro per il mondo. E da oggi, anche uno a Mondovì: nel parco “Acquadolce”, una delle porte della Riserva naturale di Crava-Morozzo.

Ma l’obiettivo non è soltanto artistico, decorativo. C’è un senso più profondo: «Abbiamo contattato le Scuole, i Centri diurni, le Case di riposo. Fare la maglia è una pratica che aiuta il coordinamento delle dita e contribuisce a tenere le mani in movimento. Così sono tante Associazioni che ci hanno già contattate. E tante singole persone. Una addirittura dalla Sicilia».

Lorenza e Carla, innamorate della natura, ora vestono gli alberi

L’idea è nata guardando una foto, vista sul web: gli artisti lo chiamano “yarn bombing”,

Carla e Lorenza le hanno battezzate “scapin”, come in piemontese si chiamava la calza fatta ai ferri, «che le nonne cucivano in modo tale che la parte del piede, quando si consumava, potesse essere scucita e sostituita per non buttare il gambaletto». Tanto recupero e poco spreco.

Il “Bosco vestito” ha anche le sue pagine social, su Facebook e Instagram.

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