Cerca

ultima ora

ultime notizie

OGGI

Castagneti secolari a rischio abbandono: «Senza manutenzione i boschi moriranno»

Agricoltori e istituzioni a confronto: servono risorse per potature, recupero e ricerca, per evitare l’abbandono delle aree interne. «Il castagno non è solo un albero. È una radice che tiene in piedi comunità, tradizioni e territori interi».

Castagneti secolari a rischio abbandono: «Senza manutenzione i boschi moriranno»

I castagneti secolari non sono soltanto boschi: sono testimoni di storia, cultura e biodiversità che raccontano secoli di vita nelle vallate piemontesi. Ma senza manutenzione rischiano di diventare un patrimonio perduto. È da qui che nasce l’appello lanciato da Cia Cuneo alla Regione Piemonte, durante l’incontro dedicato alla castanicoltura, un comparto fondamentale per l’economia delle aree montane e collinari e per la tutela dell’ambiente.

L’iniziativa, che ha visto la partecipazione del presidente regionale Gabriele Carenini e del direttore regionale Giovanni Cardone, ha messo al centro la richiesta di aiuti concreti per la potatura e il recupero dei castagneti secolari e da frutto, considerati un presidio insostituibile contro il dissesto idrogeologico e un tassello chiave per lo sviluppo delle aree interne.

«Chiediamo attenzione e sostegno vero – ha spiegato Marco Bellone, vicepresidente vicario di Cia Cuneo e castanicoltore –. Oggi mancano strumenti adeguati per chi si prende cura di questi boschi, mentre servono risorse per la manutenzione e per la ricerca scientifica sulle fitopatie, in grado di proporre modelli di gestione sostenibile».

Un appello condiviso anche dal vicepresidente Marco Bozzolo di Viola, anch’egli castanicoltore, che ha voluto sottolineare la dimensione culturale e sociale della castanicoltura: «Nei castagneti secolari resistono ancora antiche cultivar selezionate dai nostri avi per sopravvivere in condizioni climatiche estreme. Il fatto che questi boschi restino vivi soltanto grazie alla passione e alla tenacia dei castanicoltori, in assenza di aiuti concreti, deve far riflettere su quale modello di castanicoltura vogliamo sostenere per il futuro».

Sul tema è intervenuto anche il direttore provinciale di Cia Cuneo, Igor Varrone, che ha ribadito i rischi legati all’abbandono: «Senza manutenzione e cura – ha dichiarato – corriamo il pericolo concreto di assistere al degrado dei boschi e alla perdita di un patrimonio agricolo, paesaggistico e culturale di valore inestimabile. I castagneti rappresentano un polmone verde e una barriera naturale contro frane ed erosioni: la loro tutela riguarda non solo i castanicoltori, ma l’intera collettività».

Da parte delle istituzioni non sono mancate aperture: presenti all’incontro, l’assessore regionale alla Montagna Marco Gallo, il direttore del settore Agricoltura Paolo Balocco e i dirigenti Latino e Perna, hanno riconosciuto l’urgenza della questione, impegnandosi ad avviare un lavoro congiunto per reperire fondi destinati alla manutenzione e al recupero dei castagneti secolari.

In particolare, il direttore Balocco ha annunciato che i risultati delle più recenti ricerche scientifiche sulle principali malattie del castagno – tra cui il cancro corticale – saranno presentati in occasione della prossima Fiera del Marrone di Cuneo, appuntamento di riferimento per il comparto e vetrina internazionale per il prodotto simbolo delle vallate cuneesi.

L’incontro si è chiuso con un messaggio chiaro: senza interventi mirati, il rischio è di vedere compromessa non solo una filiera agricola, ma anche il paesaggio e l’identità stessa delle aree interne. Concludono da Cia Cuneo: «Il castagno non è solo un albero. È una radice che tiene in piedi comunità, tradizioni e territori interi».

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

x