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15 Settembre 2025 - 14:54
Immagine generica, realizzata con l'ausilio dell'intelligenza artificiale
Sta destando forte preoccupazione tra le famiglie la comunicazione diffusa il 3 settembre dall’Istituto comprensivo di Carrù, a firma della dirigente scolastica dell'Istituto comprensivo "Oderda Perotti", prof.ssa Loredana Montemurro, riguardante l’organizzazione della Primaria di Bastia Mondovì.
La scuola, attiva da oltre quarant’anni con la formula del tempo pieno, rappresenta un punto di riferimento educativo non solo per il paese ma per l’intera provincia, grazie alla qualità dell’insegnamento e ai metodi didattici consolidati. La novità introdotta dalla circolare, però, rischia di mettere in difficoltà molte famiglie.
Nel documento si legge che «La scelta del tempo pieno comporta la frequenza obbligatoria da parte degli alunni di 40 ore settimanali. L’assenza durante il tempo mensa costituisce a tutti gli effetti una riduzione del tempo scuola, pertanto l’esonero dalla mensa può essere concesso dal dirigente scolastico unicamente in casi eccezionali e documentati. Si ricorda che ogni assenza, seppur saltuaria, deve essere giustificata per iscritto dalla famiglia e registrata dai docenti».
In pratica, la mensa – che ha un costo di 6 euro per i residenti e 6,50 euro per i non residenti – diventa obbligatoria per tutti gli alunni. Una decisione che ha spinto numerosi genitori a recarsi presso la direzione didattica di Carrù per esporre le proprie difficoltà.
Molte famiglie, infatti, fino all’anno scorso organizzavano diversamente la pausa pranzo: i bambini, soprattutto quelli residenti nelle vicinanze, rientravano a casa per mangiare, riducendo così i costi senza compromettere la frequenza delle lezioni pomeridiane. Ora, con l’obbligo di mensa, i nuclei familiari – in particolare quelli con più figli o già in situazione di precarietà economica – temono un aggravio di spesa difficile da sostenere.
Un cambio di scuola non è percorribile: quella di Bastia Mondovì è l’unica Primaria del paese, e l’iscrizione in altri istituti comporterebbe spostamenti onerosi e poco pratici.
La vicenda non è passata inosservata al Comune, che ha già avviato contatti con la direzione didattica per cercare una soluzione condivisa. L’obiettivo è trovare un compromesso che salvaguardi il progetto del tempo pieno – fiore all’occhiello della scuola da oltre quattro decenni – senza gravare in modo insostenibile sui bilanci delle famiglie.
10 ORE DI LEZIONE IN MENO OGNI MESE
Genitori perplessi inoltre anche dalle modifiche apportate all'orario settimanale delle lezioni. Leggendo il prospetto fornito alle famiglie emerge infatti come, mentre fino all'anno scorso, su 40 ore settimanali, ogni giorno due ore fossero dedicate a intervallo del mattino, mensa e intervallo del pomeriggio, quest'anno, le ore giornaliere "ricreative" sono diventate due e mezza. Vale a dire: mezz'ora di lezione in meno ogni giorno, cioè due ore e mezza in meno di lezione a settimana e quindi ben 10 ore di lezione in meno ogni mese. Anche su questo aspetto, i genitori chiedono lumi.
Insomma la questione resta aperta su più fronti e sarà oggetto sicuramente di ulteriori confronti nei prossimi giorni.
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