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Al via in Piemonte la raccolta del riso, ma spaventano le importazioni selvagge

L’Italia garantisce oltre il 50% dell’intera produzione di riso della Ue

Al via in Piemonte la raccolta del riso, ma spaventano le importazioni selvagge

Al via la raccolta del riso, che quest’anno si svolgerà su una superficie in aumento del 4% e dopo un andamento climatico decisamente migliore rispetto allo scorso anno, anche se sulle rese resta il punto interrogativo. Queste le prime stime di Coldiretti sulla nuova campagna, con la superficie della risaia italiana che ammonta quest’anno a circa 235mila ettari coltivati, confermando al Belpaese il primato in Europa non solo per l'estensione ma anche per la capacità produttiva. La campagna 2025/2026 cade peraltro in un anno particolarmente significativo per la storia del riso che celebra gli 80 anni del Carnaroli, varietà simbolo della tradizione gastronomica italiana.

L’Italia garantisce oltre il 50% dell’intera produzione di riso della Ue di cui è il primo fornitore, con una gamma di varietà e un livello di qualità uniche al mondo. Il Piemonte conta 8 milioni di quintali, circa 1900 aziende per un totale di 117 mila ettari.

«La raccolta inizia al termine di un’estate regolare dal punto di vista climatico con l’auspicio che la produzione possa seguire l’aumento di superficie, anche se per poter quantificare con esattezza le quantità occorrerà attendere l’evoluzione del meteo nelle prossime settimane e l’avvio delle fasi di essiccazione e pilatura – spiega Roberto Guerrini, membro di giunta di Coldiretti Piemonte con delega territoriale al settore risicolo -. A pesare sulle attese dei risicoltori ci sono le incognite legate ai costi di produzione e alle importazioni di prodotto straniero. I prezzi dei principali mezzi tecnici, dai fertilizzanti all’energia, hanno visto negli ultimi anni degli aumenti a doppia cifra, sulla scorta di guerre e tensioni internazionali».

«Resta il problema delle importazioni selvagge e degli accordi commerciali. Un nuovo colpo ai risicoltori potrebbe venire dall’intesa Ue-Mercosur, che prevede l’ingresso di riso a dazio zero fino a 60 milioni di chili, con il Brasile che è oggi il primo produttore extra-asiatico a livello mondiale. Mancano reciprocità e regole comuni. Serve l’applicazione di una clausola di salvaguardia automatica che scatti al superamento di una certa soglia percentuale di importazioni rispetto all'anno precedente e reciprocità per garantire che il riso importato rispetti le stesse regole imposte alle produzioni comunitarie» concludono Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale.

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