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I disegni dei bimbi sui banchi diventano un'opera d'arte sulla quale ci si può... arrampicare!

L'artista di fama mondiale Petrit Halilaj: «Per i bambini i cuori sono cuori e le papere sono papere, anche se attorno c’è la guerra o la tragedia. Arrampicatevi fino a toccare il sole»

I disegni dei bimbi sui banchi diventano un'opera d'arte sulla quale ci si può... arrampicare!

Petrit Halilaj e la sua opera tratta dai disegni dei bimbi sui banchi di scuola, sulla collina di Valdibà

Una fitta nebbia autunnale, di quelle che in Langa avvolgono tutto in un silenzio ovattato, ha fatto da cornice questa mattina (1º ottobre) alla presentazione in anteprima di una grande opera d’arte destinata a lasciare il segno.

Sulla suggestiva collina di Valdibà, una delle più belle del territorio quando il cielo è limpido, l’artista kosovaro di fama internazionale Petrit Halilaj ha svelato ai giornalisti “Abetare”, installazione monumentale che domenica 5 ottobre sarà inaugurata ufficialmente e aperta al pubblico.

L’opera, realizzata in ferro dalle mani dello stesso Halilaj, è il frutto di un lungo lavoro di ricerca e raccoglie scarabocchi e disegni infantili tracciati dai bambini in diverse epoche, sui banchi delle scuole di Dogliani e del Kosovo. Il punto di partenza è un semplice schizzo di una casa, realizzato da un bambino doglianese, a cui nel tempo si sono aggiunti decine di personaggi nati dalla fantasia di altri alunni, in luoghi e momenti diversi. Una stratificazione di segni, storie e culture che oggi prende corpo nello spazio appena riqualificato di Valdibà, dove fino a pochi mesi fa sorgeva la vecchia scuola della borgata, demolita per motivi di sicurezza.

L’arte come memoria e futuro

«Quest’opera porta con sé le storie e i giochi di tanti bambini e delle loro famiglie – ha spiegato Halilaj durante la presentazione –. La papera viene da Runik, la ricordo molto bene. I personaggi che abitano questa casa sono felici di interagire con il pubblico. Qui ci si può sedere, arrampicare fino a toccare il sole. Così le persone e le colline di Langa diventano parte integrante dell’opera».

Il lavoro di Halilaj è insieme delicato e potente: «Per i bambini – ricorda l’artista –. I cuori sono cuori e il sole è il sole, anche se attorno c’è la guerra o la tragedia». Parole che rimandano al suo vissuto personale: «Nel 1999 ero profugo in Albania, nel campo di Kukes. Espulso dalle forze serbe, avevo 13 anni e non potevo andare a scuola. Poi ci regalarono matite e fogli: erano arrivati da Dogliani, raccolti dai Vigili del fuoco volontari. In quel momento ho avuto di nuovo la possibilità di esprimermi, e questa cosa ha cambiato la mia vita».

Il ricordo del sindaco

A confermare il filo invisibile che lega Dogliani e i Balcani è stato anche il sindaco Claudio Raviola, che ha raccontato un episodio di fine anni ’90: «Con i Vigili del fuoco volontari organizzammo una raccolta di materiale scolastico da portare ai bambini nei Balcani. Voglio pensare che qualcuno di quei disegni che oggi vediamo sia nato proprio con le nostre matite, simbolo di speranza in mezzo alla guerra».

Un progetto che unisce

Il progetto che ha reso possibile l’arrivo di Halilaj a Dogliani si intitola “Abetare (Un giorno a scuola), 2025. Disegni e scarabocchi dai banchi delle scuole di Dogliani e dei Balcani”. È stato realizzato nell’ambito della seconda edizione di “Radis”, iniziativa dedicata all’arte nello spazio pubblico ideata e promossa dalla Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, in collaborazione con la Fondazione CRC.

L’opera resterà a Valdibà come simbolo di incontro, memoria e futuro: un disegno nato dall’innocenza dell’infanzia, trasformato in architettura di ferro, che ora dialoga con le colline e con chi le attraversa.

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