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Le condotte Slow Food uniscono le forze e cercano nuovi giovani volontari

Tra i nuovi progetti, spicca il Presidio su prato stabile e alpeggi: «Salviamo l'ecosistema attraverso latte e formaggi»

Le condotte Slow Food uniscono le forze e cercano nuovi giovani volontari

La direttrice di Slow Food Italia, Serena Milano

Sabato 4 ottobre, al Baladin Open Garden di Piozzo, si sono incontrati i rappresentanti delle Condotte Slow Food del quadrante cuneese – Cuneese, Monregalese, Bra, Alba, Langhe e Doglianese – insieme al nuovo direttivo regionale, da poco entrato in carica. Una mattinata intensa di interventi, racconti ed esperienze, introdotta da Enrico Nicolino e salutata anche dal sindaco di Piozzo, Sergio Lasagna.

La direttrice di Slow Food Italia, la fariglianese Serena Milano, ha offerto uno spunto centrale alla riflessione, riportando al cuore dell’incontro il tema dei pascoli stabili. Partendo dal racconto della nascita di Cheese, il grande evento braidese dedicato ai formaggi che ha messo in relazione pastori e casari di tutto il mondo, Serena Milano ha sottolineato come «la qualità del latte non dipenda solo dall’animale, ma soprattutto dal pascolo». I prati stabili in pianura e i pascoli in montagna – ha spiegato – rischiano di scomparire, ma custodiscono biodiversità ed equilibrio ecologico: il latte che ne deriva ha caratteristiche organolettiche uniche, incomparabili rispetto a quello prodotto con mangimi.

Da qui l’impegno di Slow Food a sostenere non solo i prodotti ma anche gli ecosistemi, con iniziative come il Presidio dei prati e dei pascoli – il primo non dedicato a un cibo specifico, ma alla tutela dell’ambiente attraverso il cibo – e con la nascita, in Abruzzo, di una vera e propria scuola di pastorizia: «Fare il pastore oggi richiede competenze che vanno dall’etologia al marketing: è un mestiere complesso e prezioso, che non può essere improvvisato».

Il confronto è poi proseguito con la presentazione del nuovo direttivo regionale e con gli interventi dei fiduciari delle Condotte locali. Oltre a condividere i progetti in corso, è emersa con forza una necessità comune a molte realtà italiane: coinvolgere nuovi volontari, in particolare giovani, per garantire il ricambio generazionale in un’associazione che oggi vede l’età media dei soci superare i sessant’anni. «È una sfida – hanno sottolineato i fiduciari – che richiede nuove energie e una capacità di intercettare sensibilità diverse, in sintonia con il cambiamento che Slow Food sta vivendo».

Un momento particolarmente apprezzato è stato il racconto Marta Piscitelli e Giuseppe, giovani titolari dell’azienda agricola Il Caprifoglio di Murazzano. Quattro anni fa hanno scelto le colline tra Murazzano e Igliano, dove allevano capre camosciate delle Alpi, producono patate di tre diverse varietà e, da quest’anno, anche formaggi. «Viviamo in una cascina isolata, immersa in 11 ettari di bosco e prato – hanno spiegato –. Portiamo le capre al pascolo, produciamo robiola a latte crudo e stiamo sperimentando la tecnica del latto-innesto, per avere un formaggio davvero nostro, senza aggiunte esterne». Una testimonianza concreta di come le nuove generazioni possano coniugare tradizione, innovazione e rispetto dell’ambiente.

La mattinata si è conclusa con la consapevolezza che il movimento Slow Food in Piemonte è vivo e pulsante – con tre o quattro eventi in programma ogni weekend – ma anche con la certezza che il futuro dipenderà dalla capacità di fare rete e di attrarre nuove forze, per dare continuità alla difesa del cibo buono, pulito e giusto.

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