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Dal tartufo al formaggio: il Piemonte investe 700 mila euro nelle sue fiere del gusto

La Regione sostiene per la prima volta le manifestazioni che promuovono l’agroalimentare tipico: “Valorizzare i prodotti significa rafforzare le nostre comunità e i territori”

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Dalle colline delle Langhe ai pascoli dell’Alta Valle Po, passando per pianure e borghi storici: il Piemonte punta forte sulla sua identità agricola e gastronomica. E lo fa sostenendo uno dei suoi simboli più autentici: le fiere, cuore pulsante di tradizioni, scambi e cultura del cibo.

Per la prima volta, la Regione ha stanziato 700mila euro destinati alle fiere che valorizzano i prodotti agroalimentari tipici, sostenendo gli eventi in programma nel 2025 e fino al 31 dicembre. Un gesto che riconosce alle manifestazioni locali un ruolo decisivo per l’economia e la socialità piemontese.

«Le fiere sono una delle espressioni più straordinarie del legame fra un territorio e le sue eccellenze agroalimentari» afferma l’assessore regionale al Commercio, Agricoltura e Cibo Paolo Bongioanni, promotore della misura. «Rappresentano un mosaico vivo che attraversa tutto il Piemonte e anima i nostri centri urbani durante l’anno. Con questo provvedimento vogliamo dare forza a una rete preziosa per la promozione, la vendita e l’identità delle nostre produzioni».

Il Piemonte può contare su 76 prodotti a denominazione e ben 445 prodotti agroalimentari tradizionali: un patrimonio che, secondo l'assessore, «merita strumenti nuovi e concreti per essere tutelato e riconosciuto anche fuori dai confini regionali». Tra questi, il marchio “Piemonte Is – Eccellenza Piemonte”, creato proprio per dare visibilità ai prodotti di qualità.

Il contributo regionale potrà essere utilizzato per promozione, allestimenti, logistica, digitale e altri servizi essenziali per gli eventi. «Vogliamo che le nostre fiere crescano e restino moderne e competitive — aggiunge Bongioanni — ma senza perdere la loro anima: quella che nasce dall’incontro tra produttori, visitatori, famiglie, turisti e comunità locali».

I fondi saranno destinati ai Comuni sede delle manifestazioni inserite nel calendario fieristico regionale e riconosciute come locali, regionali o nazionali. «Non è necessario che la fiera sia interamente tematica — chiarisce l’assessore —: basta che al suo interno vengano realmente promossi uno o più prodotti certificati o aderenti al marchio Piemonte Is».

Per la Regione non è solo un investimento economico, ma identitario. «Le nostre fiere sono un presidio sociale, commerciale e culturale. Rappresentano un pezzo di storia e futuro — conclude Bongioanni — e supportarle significa difendere le comunità e i territori. Dalle piazze delle città ai piccoli paesi di montagna, il Piemonte cresce insieme alle sue tradizioni».

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