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“Non siamo noi i cattivi”: l’agricoltura cuneese alza la voce

Coldiretti: “Solo il 6% del PM10 arriva dai campi, ma ci trattano da inquinatori. Stop a capri espiatori: serve equilibrio, non crociate”

“Non siamo noi i cattivi”: l’agricoltura cuneese alza la voce

Per anni le aziende agricole sono state indicate come il bersaglio facile della lotta all’inquinamento. Ma adesso, dal cuore della Granda, arriva un messaggio forte e chiaro: “basta dipingerci come il nemico pubblico numero uno”.
Coldiretti Cuneo prende posizione sul Piano Qualità Aria, chiedendo alla Regione un cambio di passo e una visione più equilibrata: l’agricoltura non può continuare a essere il capro espiatorio dell’emergenza ambientale.

 

“Numeri alla mano: non siamo i responsabili dell'inquinamento”

 

Nel mirino, in particolare, la stretta sulla zootecnia. Una pressione crescente, spiegano gli agricoltori, che rischia di soffocare aziende già alle prese con costi, burocrazia e regole sempre più stringenti.

“L’agricoltura contribuisce solo al 6% delle emissioni di PM10 e all’1% degli ossidi di azoto
sottolinea Enrico Nada, presidente Coldiretti Cuneo, citando i dati ARPA Piemonte.

Numeri che parlano chiaro. Eppure — denuncia l’associazione — attacchi mediatici e normative rigide continuano a colpire chi lavora nei campi e nelle stalle.

“Non è la zootecnia la colpevole, come qualcuno vuole far credere. E l’uso di sostanza organica in agricoltura evita perfino l’utilizzo di fertilizzanti chimici”, aggiunge Nada.

 

 

Meno emissioni, più sacrifici: ma chi lo racconta?

 

Secondo il rapporto ISPRA 2025, l’agricoltura contribuisce oggi all’8,4% delle emissioni nazionali, registrando un crollo del -15,6% rispetto al 1990.
Un settore quindi che ha già fatto la sua parte — e continua a farla — nel cammino verso la sostenibilità.

Eppure, spiega Coldiretti, gli agricoltori rischiano di pagare il prezzo più alto, mentre altre categorie — ben più impattanti — restano in secondo piano.

 

“Serve equilibrio, non ideologia”

 

Il direttore Francesco Goffredo lancia una provocazione:

“Perché vediamo solo classifiche sulle emissioni e non classifiche sull’assorbimento?
Forse perché in questo campionato gioca una sola squadra: l’agricoltura”.

Il messaggio è chiaro: la sostenibilità non può essere scollegata dalla produttività e dalla sopravvivenza delle imprese.
E Coldiretti chiede che la Regione valuti un rinvio dell’entrata in vigore della seconda fase del Piano Stralcio Agricoltura, come già fatto da altre Regioni del Bacino Padano.

 

 

 

Il futuro? Verde sì, ma con i piedi per terra

 

Gli agricoltori non negano l’importanza di politiche ambientali.
Ma rivendicano un principio fondamentale: transizione sì, punizioni no.

Il rischio, avverte Coldiretti, è lasciare sul campo migliaia di aziende, famiglie e comunità rurali.
Con una domanda che resta sospesa:

Che qualità dell’aria vogliamo, se a sparire è la campagna che la produce?

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