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04 Novembre 2025 - 14:01
Ceva torna al centro del dibattito sanitario piemontese grazie alle parole del consigliere regionale Mauro Calderoni, che richiama con forza la Giunta regionale e punta il dito sui ritardi nella riorganizzazione sanitaria territoriale.
Proprio partendo dal Cebano, Calderoni denuncia la distanza tra annunci e realtà:
«Mentre si parla di nuovo piano socio-sanitario, i cittadini devono ancora fare i conti con liste d'attesa infinite, carenza di personale e una rete territoriale che esiste più nei piani che nella realtà».
Il consigliere cita un esempio emblematico: l’Ospedale di Ceva, dove la comunità — guidata dal Co.Di.Ce — continua a chiedere la riapertura del Pronto Soccorso h24.
Per Calderoni si tratta di una richiesta “giusta e ragionevole”:
«Questa è un'area vasta, che comprende Cebano, Alta Val Tanaro, Val Mongia, Val Bormida e diversi comuni liguri. Non è accettabile che un territorio di confine, con collegamenti difficili e un solo pronto soccorso tra Mondovì e Savona, resti senza presidio d’urgenza operativo 24 ore su 24.»
Il consigliere evidenzia come, nonostante i finanziamenti PNRR, molte strutture territoriali risultino ancora non funzionanti:
«Le risorse non mancano, ma mancano scelte politiche chiare. Servono più professionisti, più servizi domiciliari, più digitalizzazione. Non propaganda.»
Riferendosi ancora a Ceva, sottolinea:
«Abbiamo ospedali moderni e riconosciuti dalla Regione come presidi di area disagiata: tenerli a mezzo servizio è un errore grave che colpisce i cittadini e chi lavora ogni giorno nella sanità.»
Calderoni chiude con un messaggio diretto alla Giunta regionale e a chi governa la sanità piemontese:
«La sanità piemontese ha professionisti straordinari, ma non possiamo chiedere loro di supplire alle mancanze della politica. La Regione smetta di raccontare un Piemonte perfetto e inizi a costruire una sanità davvero vicina ai territori — a partire da Ceva.»
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