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11 Novembre 2025 - 08:50
I ragazzi che producono le ostie nel nuovo laboratorio siciliano
Da un’estremità all’altra dell’Italia, la speranza prende forma attraverso il pane e il legno: c’è un nuovo capitolo solidale che coinvolge la realtà siciliana della Cooperativa sociale "Rò la Formichina" di Santa Venerina (Catania) e la "Capanna di Betlemme, don Oreste Benzi" alla Mellea a Farigliano, entrambe gestite dalla Comunità Papa Giovanni XXIII.
Nella frazione di Linera, a Santa Venerina, un paio di giorni fa è stato inaugurato un laboratorio artigianale di produzione di ostie, nell’ambito del progetto «Il senso del pane». Qui – giovani con disabilità, persone che hanno avuto problemi con la giustizia, profughi e volontari – diventano protagonisti non solo del lavoro, ma di un cammino di dignità e riscatto.
Da queste lavorazioni usciranno anche le ostie che presto saranno utilizzate durante le Messe celebrate al Santuario della Mellea di Farigliano, dando così un profondo segno di continuità, fraternità e comunione.

La collaborazione tra la struttura siciliana e quella del Piemonte non è nuova: già la Cooperativa sociale “Rò la Formichina” produce, infatti, crocifissi realizzati con il legno recuperato dai barconi dei migranti che giungono sulle coste siciliane. I particolari manufatti, simbolo di sofferenza, rinascita e speranza, sono disponibili anche presso la “Capanna di Betlemme – don Oreste Benzi” della Mellea di Farigliano, estendendo così il legame tra Sicilia e Piemonte, tra il lavoro della fragilità e l’accoglienza concreta.
«C'è un filo sottile ma solidissimo, che unisce la Mellea con la realtà siciliana – spiega il responsabile della "Capanna di Betlemme", Giona Cravanzola –. Dopo i crocifissi, arriveranno così qui da noi anche le ostie prodotte dagli amici di Linera. Un legame tra fede, eucarestia e mondo fragile e povero».
Questo nuovo legame – tra la produzione delle ostie nel laboratorio artigianale di Linera e l’utilizzo liturgico nella Mellea – assume una valenza sacramentale oltre che sociale: il pane consacrato sarà frutto del lavoro di chi ha conosciuto l’emarginazione, di chi è rimesso al centro non come ospite, ma come protagonista. E la Messa, nella casa d’accoglienza della Comunità Papa Giovanni XXIII a Farigliano, accoglierà quel pane – dono di fatica, di rinascita, di fraternità – come alimento dell’unica comunione.
La scelta di affidare le ostie a chi vive una condizione di fragilità non è un dettaglio: è coerente con lo spirito del fondatore don Oreste Benzi, che ha voluto una Chiesa “in uscita” e una solidarietà “con” e non solo “per”.
Il laboratorio di Linera infatti si inserisce in una tradizione più ampia che già, nel carcere di Opera e in altre sedi in Italia e nel mondo, ha coinvolto persone in difficoltà nella produzione del pane eucaristico come segno di riscatto.
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