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In Sicilia, ragazzi in difficoltà producono le ostie per la Mellea di Farigliano

Frutto del lavoro della Cooperativa sociale che crea crocifissi con il legno dei barconi dei migranti

Ragazzi in difficoltà producono in Sicilia le ostie per la Mellea di Farigliano

I ragazzi che producono le ostie nel nuovo laboratorio siciliano

Da un’estremità all’altra dell’Italia, la speranza prende forma attraverso il pane e il legno: c’è un nuovo capitolo solidale che coinvolge la realtà siciliana della Cooperativa sociale "Rò la Formichina" di Santa Venerina (Catania) e la "Capanna di Betlemme, don Oreste Benzi" alla Mellea a Farigliano, entrambe gestite dalla Comunità Papa Giovanni XXIII.

Nella frazione di Linera, a Santa Venerina, un paio di giorni fa è stato inaugurato un laboratorio artigianale di produzione di ostie, nell’ambito del progetto «Il senso del pane». Qui – giovani con disabilità, persone che hanno avuto problemi con la giustizia, profughi e volontari – diventano protagonisti non solo del lavoro, ma di un cammino di dignità e riscatto.

Da queste lavorazioni usciranno anche le ostie che presto saranno utilizzate durante le Messe celebrate al Santuario della Mellea di Farigliano, dando così un profondo segno di continuità, fraternità e comunione.

La collaborazione tra la struttura siciliana e quella del Piemonte non è nuova: già la Cooperativa sociale “Rò la Formichina” produce, infatti, crocifissi realizzati con il legno recuperato dai barconi dei migranti che giungono sulle coste siciliane. I particolari manufatti, simbolo di sofferenza, rinascita e speranza, sono disponibili anche presso la “Capanna di Betlemme – don Oreste Benzi” della Mellea di Farigliano, estendendo così il legame tra Sicilia e Piemonte, tra il lavoro della fragilità e l’accoglienza concreta.

«C'è un filo sottile ma solidissimo, che unisce la Mellea con la realtà siciliana – spiega il responsabile della "Capanna di Betlemme", Giona Cravanzola –. Dopo i crocifissi, arriveranno così qui da noi anche le ostie prodotte dagli amici di Linera. Un legame tra fede, eucarestia e mondo fragile e povero».

Questo nuovo legame – tra la produzione delle ostie nel laboratorio artigianale di Linera e l’utilizzo liturgico nella Mellea – assume una valenza sacramentale oltre che sociale: il pane consacrato sarà frutto del lavoro di chi ha conosciuto l’emarginazione, di chi è rimesso al centro non come ospite, ma come protagonista. E la Messa, nella casa d’accoglienza della Comunità Papa Giovanni XXIII a Farigliano, accoglierà quel pane – dono di fatica, di rinascita, di fraternità – come alimento dell’unica comunione.

La scelta di affidare le ostie a chi vive una condizione di fragilità non è un dettaglio: è coerente con lo spirito del fondatore don Oreste Benzi, che ha voluto una Chiesa “in uscita” e una solidarietà “con” e non solo “per”.

Il laboratorio di Linera infatti si inserisce in una tradizione più ampia che già, nel carcere di Opera e in altre sedi in Italia e nel mondo, ha coinvolto persone in difficoltà nella produzione del pane eucaristico come segno di riscatto.

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