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«L’Ospedale di Ceva va potenziato. Il Pronto Soccorso deve restare aperto e operativo»

Azione interviene con forza sulla situazione sanitaria del territorio cebano, denunciando anni di trascuratezza e chiedendo interventi urgenti per restituire piena funzionalità all’Ospedale di Ceva.

«L’Ospedale di Ceva va potenziato. Il Pronto Soccorso deve restare aperto e operativo»

Azione interviene con decisione sul tema della sanità nel territorio cebano, ribadendo la necessità di un intervento urgente per il potenziamento dell’Ospedale di Ceva e la tutela del suo Pronto Soccorso, presidio essenziale per la sicurezza dei cittadini della Val Tanaro e della Val Bormida.

“Non possiamo più accettare che i cittadini di queste vallate siano costretti a percorrere decine o centinaia di chilometri per una visita specialistica – dichiara Sergio Fuschi, capogruppo in Consiglio comunale di Priola in Azione. Ci sono casi concreti e quotidiani che dimostrano quanto la situazione sia critica. Solo ieri un nostro cittadino ha dovuto recarsi fino ad Acqui Terme per una visita oculistica: un viaggio lungo, costoso e disagevole, soprattutto per chi è anziano o non dispone di mezzi propri”.

 

Azione denuncia una condizione di trascuratezza sanitaria che dura ormai da troppo tempo – aggiunge Giacomo Prandi, Segretario Provinciale di Azione -. I cittadini dell’area del Cebano si sentono abbandonati, costretti a convivere con un ospedale depotenziato e servizi ridotti all’osso. È indispensabile restituire piena funzionalità al nosocomio di Ceva, garantendo personale, strumentazioni moderne e soprattutto la continuità H24 del pronto soccorso”.

Infine, Prandi richiama con forza l’attenzione sul tema delle aree interne: «Si parla molto di contrastare lo spopolamento delle valli e di investire risorse per mantenere viva la montagna, ma se non si provvede subito a potenziare il nosocomio di Ceva e a garantire servizi sanitari di qualità, tutte queste parole rischiano di andare al vento. Non si può parlare di sviluppo e di coesione territoriale se vengono a mancare i servizi primari come la sanità?».

Il Partito richiama anche l’attenzione su modelli virtuosi già esistenti in Italia, come l’Ospedale di Borgo Val di Taro (Parma), una struttura di piccole dimensioni ma altamente efficiente. «Lì – sottolinea Nicolò Musso responsabile Enti locali di Azione Cuneo – grazie a una gestione attenta e all’integrazione con i servizi territoriali, si è riusciti a mantenere un ospedale di prossimità in grado di offrire reparti qualificati e tempi di attesa contenuti. È la dimostrazione che anche un ospedale di dimensioni ridotte può essere un’eccellenza sanitaria».

L’appello è chiaro, conclude Francesco Belgrano, Coordinatore di Azione Mondovì e valli: «Chiediamo alla Regione e all’ASL di agire subito per difendere il diritto alla salute dei cittadini delle nostre vallate. L’Ospedale di Ceva deve restare aperto, potenziato e messo in condizione di offrire servizi di qualità in un’ottica di una Casa di Comunità funzionante che come previsto potenzi la medicina territoriale. La montagna e le zone interne non possono più essere considerate di serie B».

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