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06 Dicembre 2025 - 12:54
Guido Groppo (presidente Coalvi) con il premio Bue d'oro in mano
Il premio "Bue d’oro", ovvero la massima onorificenza carrucese, va all'allevatore e presidente del Coalvi (il Consorzio di tutela della razza Piemontese) Guido Groppo. La consegna questa mattina, al teatro "F.lli Vacchetti" di Carrù, in occasione della conferenza di presentazione della prossima Fiera del Bue grasso, la 115ª, che andrà in scena giovedì 11 dicembre.

Il premio, da un po’ di anni a questa parte, è tornato alle origini. Proprio nell’ottica di offrire un riconoscimento a chi valorizza le tradizioni del paese, la sua fiera e l’eccellenza legata a "Sua maestà" il Bue. Se negli scorsi anni tra i premiati figuravano nomi del calibro del calciatore Stephan Lichtsteiner e del cuoco e personaggio Tv Alessandro Borghese, di recente l’albo è popolato di figure del settore che, con il loro impegno e il loro ruolo, hanno contribuito a rendere grande il nome di Carrù e della fiera: nel 2024 è toccato al presidente uscente della Bam Gianni Cappa, nel 2023 all’artista delle gualdrappe Bruno Bianco e ancor prima all’attuale governatore della Regione Alberto Cirio.
Guido Groppo, 63 anni, allevatore di bovini di Sommariva Bosco, è dal 2021 alla guida del Coalvi. È stato eletto presidente il 20 luglio 2021, in occasione della riunione del Consiglio e dell’assemblea dei soci tenutasi a Fossano e poi riconfermato lo scorso 10 giugno 2024.

Incarna l’esempio dell’allevatore tradizionale che, però, guarda al futuro. Da una parte difende l’identità della Razza Piemontese, il suo legame con il territorio e la qualità della carne, dall’altra la promozione dell'innovazione e l'apertura di mercati.
A consegnare il premio sono stati tre ex Bue d’Oro: Guido Viale, Bruno Bianco e Giorgio Pellegrino. Tra le motivazioni il sindaco Nicola Schellino ha ricordato come, sotto la sua guida, Coalvi abbia lavorato in modo concreto ed efficace per rafforzare la percezione della carne piemontese presso il consumatore, rendendola sempre più sinonimo di trasparenza, qualità e tracciabilità. Un lavoro di comunicazione e di filiera che ha contribuito a consolidare la fiducia nel marchio.
«Un asino come me con il bue sta benissimo», ha ironizzato Groppo strappando un sorriso al pubblico. Il presidente, emozionato, ha ringraziato e ha parlato a nome di Coalvi, ricordandone i 40 anni di attività: «C’è chi vorrebbe cancellare queste Associazioni. Abbiamo voluto promuovere un sondaggio per capire quanto il nostro lavoro sia conosciuto. I risultati sono stati sorprendenti: dopo 40 anni il marchio Coalvi è tra i più riconosciuti nel Nord-Ovest, con un livello di riconoscibilità che sfiora il 20 per cento».
Groppo ha poi ribadito che il valore del Consorzio non è solo economico: «Non è il patrimonio personale che conta, ma quello collettivo. Quello che mi interessa di più sono i messaggi che arrivano. C’è chi dice “io mangio quella carne perché conosco quelle aziende e voglio che continuino ad esistere”. Questo significa territorialità».

«Comprare questa carne, anche spendendo qualcosa (poco) in più, è una scelta di responsabilità. Bisogna essere motivati a portare avanti questo modello, soprattutto nel delicato passaggio generazionale. È questa la nostra sfida più grande»
Tra gli interventi più incisivi anche quello di Schellino, che ha richiamato l’attenzione sulle difficoltà vissute dagli allevatori: «Siamo oberati dalla carta. Oggi si rischia di allevare più sui moduli che sulla terra. Gli allevatori vanno aiutati davvero, serve uno spostamento di prospettiva: allevare non significa riempire scartoffie. Serve semplificare». Un appello chiaro a semplificare e a riportare il lavoro agricolo alla sua dimensione concreta.
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