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Quello che mangi, ora lo sai davvero

Etichettatura d’origine prorogata al 2026: il Made in Italy si difende a tavola

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La proroga dei decreti sull’etichettatura d’origine conferma il ruolo dell’Italia di leader nelle politiche di trasparenza e di sicurezza alimentare. E’ quanto afferma la Coldiretti nell’esprimere soddisfazione per la misura varata dal Governo che estende al 31 dicembre 2026 il regime sperimentale italiano sull’indicazione in etichetta della provenienza dell'ingrediente primario per pasta, riso, pomodoro, carni suine trasformate, latte e prodotti lattiero-caseari.

Secondo l’ultimo rapporto Coldiretti/Censis, il 87% degli italiani apprezza particolarmente l’italianità, da cui si sente garantito e per la quale sarebbe pronto a spendere qualche euro in più rispetto a prodotti analoghi di altra provenienza. Tale propensione coinvolge anche oltre l’85% dei redditi più bassi che a tavola, anche in momenti di difficoltà, vuole comunque ci siano qualità, sicurezza e salubrità.

«L’etichettatura obbligatoria degli alimenti rappresenta una storica conquista di Coldiretti, con l’obiettivo di garantire maggiore trasparenza, assicurare la tracciabilità dei prodotti e tutelare i cittadini consumatori. Grazie proprio alle battaglie portate avanti dalla nostra Organizzazione oggi l’indicazione dell’origine copre circa l’80% della spesa alimentare – ricordano Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale -. Un impegno che Coldiretti ha rilanciato a livello europeo, con il lancio di una proposta di legge di iniziativa popolare europea per mettere finalmente in trasparenza tutti i prodotti alimentari in commercio nell’Unione europea. Solo con una normativa chiara e trasparente sarà possibile porre fine all’inganno dei prodotti esteri camuffati da Made in Italy, oggi reso possibile dalle falle del codice doganale europeo, che consente l’“italianizzazione” dei cibi anche dopo semplici trasformazioni marginali effettuate nel nostro Paese».

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