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13 Luglio 2025 - 09:01
Il monastero di Santa Chiara a Vicoforte rappresenta un tassello significativo nella storia della presenza delle suore clarisse nel sud del Piemonte, risalente alla metà del XII secolo, in particolare nell'area di Carignano, in provincia di Torino. La storia della comunità clariana vide un importante sviluppo nel tempo, divenendo un centro di diffusione per altri monasteri nel territorio piemontese meridionale. A seguito delle soppressioni degli Ordini religiosi durante l'epoca napoleonica, la comunità di Carignano fu costretta a trasferirsi a Racconigi, in un convento che era appartenuto ai Padri Domenicani. Nel 1963, a causa delle condizioni ormai insalubri dell'edificio a Racconigi, le suore furono accolte temporaneamente a Mondovì Piazza, in via Carassone, dove rimasero per tre anni. Infine, il 18 settembre 1966, si stabilirono a Vicoforte, in via San Rocco, accanto al famoso santuario, all'interno di una nuova struttura che continua tuttora ad ospitare la comunità delle clarisse. Ripercorrendo la storia del monastero di Carignano, risulta evidente il suo ruolo cruciale come fondatore di altri centri monastici nella regione. Nel corso del XVII secolo, si assiste a una proliferazione di monasteri delle clarisse, con la fondazione di nuove comunità in quasi ogni città di media importanza, tra cui Mondovì. Purtroppo, gli eventi storici portarono a due dolorose soppressioni nel 1802 e nel 1880, con le difficoltà di ripristinare la vita claustrale nei monasteri colpiti. Bisogna anche ricordare la presenza storica delle clarisse a Boves e a Bra, comunità recentemente unificate nella zona braidese. Il ritorno della comunità a Mondovì, dallo stabile ormai degradato di Racconigi, avvenne grazie all'intervento di monsignor Sebastiano Briacca, allora vescovo, che nel 1963 sollecitò il trasferimento in via Carassone, presso l'ex collegio delle Suore Domenicane. Il nuovo monastero a Vicoforte, la cui costruzione era già stata avviata, venne ufficialmente inaugurato il 18 settembre 1966, data che segna anche, nel 2016, la solenne dedicazione della chiesa e dell'altare annesso.
È una storia che ha radici lontane nel tempo, quella che ha visto la presenza delle clarisse in Chiavari fin dal 1513, anno in cui un gruppo di terziarie francescane volle abbracciare la Regola di S. Chiara, dando vita alla prima comunità clariana. È una storia che è passata attraverso varie fasi, con dimora in uno stabile, nel centro storico di Chiavari. Nel 1979, con le cinque sorelle rimaste nel vecchio monastero di Chiavari, anziane e malate, c’è stato un appello forte alla Federazione delle Sorelle povere di S. Chiara, sostenuto dal vescovo di allora, mons. Daniele Ferrari. Così altre quattro sorelle del monastero di Lovere si sono rese disponibili a condividere una presenza incoraggiante. Già subito nell’ottobre 1979, si sono aggiunte due giovani postulanti dalla Lombardia. Così si è resa possibile la rifondazione del vecchio monastero di Chiavari. L’ottobre 1987 ha comportato un nuovo esodo: il vecchio monastero a Chiavari era stato infatti dichiarato inagibile per un lento cedimento delle fondamenta che aveva reso insicuro lo stabile… Subito si è state ospitate, pellegrine e forestiere, a Sarzana, nel convento ormai vuoto che i Cappuccini liguri hanno messo a disposizione. Intanto un’operazione di permuta (la cessione del vecchio monastero in cambio di uno nuovo) ha reso possibile la costruzione della sede monastica a Leivi.
Poi Cappuccini liguri, missionari in Centrafrica, hanno sollecitato alla... missione in quella terra, continuando il servizio delle clarisse francesi che, ormai anziane e malate, dovevano rientrare nelle loro comunità di origine. Il 31 maggio 1989, cinque sorelle sono partite e una sesta le ha raggiunte tre anni dopo a Bouar.
Ancora una svolta nel 1994 ha interpellato con la richiesta del vescovo mons. Sanguineti a rimanere presenti anche a Sarzana. Così si è vissuto un ulteriore esodo. Sperimentando un nuovo frazionamento della Fraternità e, nell’aprile 1994 sei giovani sorelle si sono rese disponibili a questa condivisione. Le altre 12, a lavori ultimati, si sono trasferite nel nuovo monastero edificato a Leivi «Ci siamo sentite a casa, e Tu oltre ogni nostra attesa – così nella preghiera ad alta voce della comunità di Leivi il giorno del saluto alla realtà cristiana della Riviera di Chiavari –, ci hai rese casa per molti, attraverso il servizio dell’accoglienza e dell’ascolto che è andato via via crescendo negli anni: in tanti hanno vissuto la grazia del silenzio e del sostare davanti a Te. Tanto, tantissimo abbiamo ricevuto da ciascuno di loro, insieme alla gioia di poter accompagnare, come sorelle, il loro cammino».
Ed in questo 2025 a Vicoforte, per un’ulteriore tappa di dono di sé, nel Signore.
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