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29 Luglio 2016 - 08:11
Nel giorno in cui papa Francesco, da Cracovia, ribadisce che nessuna religione chiede le stragi, un commento sulla nostra pagina Facebook ci riporta a una realtà in cui la paura ormai non ha confini. Non citiamo l’autore, ma il fatto sì. La notizia commentata, volendo, è pure banale: qualcuno ha spaccato le fioriere in una cappella a Millesimo. Dentro la piccola cappella della “Salve Regina”, che si trova lungo la strada secondaria che dal Santuario scende a Millesimo, sono stati trovati cocci di bottiglie di birra. Un gesto deprecabile ma che, se proprio uno volesse analizzarlo, sembra più una stupida bravata da ragazzini annoiati che non un atto dal senso anti-cristiano. Un gesto cretino, più che un segnale di pericolo.
Per questo siamo rimasti sbigottiti davanti al commento che abbiamo visto comparire sotto la notizia: «Anche in Francia era iniziato tutto così anni fa. E oggi si è giunti ai fatti di Rouen». L’autore del commento, stando all’account, sarebbe residente a Nizza. Paragonare i due atti, Millesimo e Rouen, ci è parso francamente esagerato. Se non altro perché neppure con uno sforzo di immaginazione riusciamo ad attribuire il gesto vandalico della “Salve Regina” a qualcosa di diverso che a una bravata. Un segno di mancanza di rispetto verso i beni sacri, certo: ma nulla di più. Il lettore ha continuato: «Per me sono segnali preoccupanti. Strano che un settimanale cattolico come il vostro sottovaluti questi atti anti cristiani».
Abbiamo provato a dire al lettore che, più che il vandalismo, a noi fa paura il pregiudizio di chi è subito disposto a vedere una mano nemica dietro un gesto cretino. Un pregiudizio reale ci fa più paura di un nemico ipotetico: soprattutto quando è esattamente questo l’antagonismo su cui soffia chi compie le stragi. Papa Francesco, non più tardi di due giorni fa, ha ribadito che questa non è una guerra di religione. La risposta: «In Francia tagliano la gola ad un prete cattolico durante la Messa inneggiando ad Allah. In Bangladesh tagliano la gola ad italiani che non sanno recitare il Corano. Ma non è una guerra di religione»
Saremo ingenui… ma proprio non riusciamo a credere che un atto vandalico a Millesimo sia il segno di una guerra di religione. Una guerra che non deve nemmeno essere considerata. L'odio non ha religione. L'odio non guarda a nessun Dio.
La risposta cristiana (ma non solo) all'orrore, a qualunque orrore – in Francia, in Siria, ovunque – non può, non deve e non dovrà mai essere l’astio, la paura, la barriera, la chiusura. Mai. Avere paura vuol dire dimostrare che questi criminali hanno agito bene. Chi comincia a temere la religione altrui ha fatto il primo passo verso la guerra che l'IS vuole combattere: e che, probabilmente, sa combattere fin troppo bene. Noi non lo facciamo. Non è la nostra guerra. Temere l'islam non ci interessa: non è un nemico.
E comunque, scusateci se ci ripetiamo… ma secondo noi, questa è una bravata da ragazzini.
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