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A Cuneo una mostra del garessino Giuseppe Penone

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L’essenza della scultura è togliere. Rintracciare una forma nel materiale, togliere il superfluo per far emergere la forma. Questo è il punto di partenza, il concetto a tutti noi familiare. Il punto da cui parte e si sviluppa la riflessione dell’arte moderna e contemporanea, con i nuovi linguaggi della scultura e dell’arte concettuale. Da qui parte l’itinerario di Giuseppe Penone, scultore garessino, tra i maggiori esponenti dell’”arte povera” insieme a Michelangelo Pistoletto, Mario e Marisa Merz, Iannis Kounellis e tanti altri. Negli anni ’60 del Novecento questo gruppo di artisti diede vita a un movimento tra i più innovativi che abbiano attraversato la scena artistica degli ultimi anni, influenzandola potentemente. Arte povera perché basata su materiali quotidiani, talvolta di scarto, per raccontare la contemporaneità. Sfruttarono prevalentemente la forma dell’installazione, per porre l’accento sulla relazione tra l’opera e l’ambiente, creando un’interazione inestricabile e unica. Proprio quest’ultima caratteristica è il primo elemento...

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