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«Raccontavano dell’aggressione come una cosa normale». La scuola convoca i due minori

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È il contesto di “normalità”, che lascia senza parole. «Ne parlavano coi coetanei, in classe, a scuola, come se fosse un episodio di tutti i giorni». Nessuna percezione della gravità. Nessuna percezione della violenza. Alcuni coetanei hanno sentito quel racconto, ne hanno persino parlato coi genitori. Non c'era neppure la ricerca di un consenso, di "approvazione", nulla di tutto ciò: semplicemente, una cosa accaduta.  Ce lo conferma la dirigenza dell’Istituto frequentato dai due minori ritenuti i responsabili della violentissima aggressione a M, studente del Liceo, avvenuta la mattina di lunedì 24 febbraio, che sono stati identificati grazie al racconto della vittima. E che perfino ai compagni avrebbero raccontato (anche in questo caso: come se fosse una cosa normale) di essere già stati davanti alle Forze dell'ordine. Senza nessuna enfasi, come se fosse... una robetta. Convocati in presidenza, sono stati messi davanti all’evidenza della gravità del loro gesto. L’Istituto ha...

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