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Zanzanù: «Storie di disperata ribellione»

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Nel covo degli Zanzanù

Il fruscio di una ruota di bicicletta, un ritmo tribale, suonato con oggetti, più che con strumenti, come se in un’officina oscura lavorasse un fabbro demoniaco. Si trascorrono appena due lunghissimi minuti in quest’anticamera misteriosa e inquietante, prima che dagli altoparlanti inizi a sfrigolare la chitarra di Lorenzo Basso e che la batteria di Stefano Frongia scateni tutta la potenza della band. L’ascoltatore è introdotto così alla “Corte dei miracoli” (nomignolo che storicamente indicava il covo di briganti, nullafacenti, e varia umanità) degli Zanzanù, il progetto nato dall’incontro di alcuni musicisti storici del Monregalese. A cominciare da Lorenzo Basso, ex-basso dei Feed the dog, e Stefano Frongia, batterista dei Dub Fire, per proseguire con Davide Musizzano, cantante di grande versatilità e solidità tecnica, a lungo voce dei Dead man’s miracle. Recentemente al power trio si è unito anche Marco Ferrua, già bassista dei Lou Seriol. Una “superband” monregalese, insomma, che porta sul palco un mondo scomparso, tenebroso, truce ma dal fascino sinistro. Quello dei briganti, che trovavano asilo negli anfratti dei boschi e

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