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Addio, Maestro di bar e di sogni: l’Italia saluta Stefano Benni

Ci lascia a 78 anni, dopo una lunga malattia, lo scrittore Stefano Benni, geniale umorista in grado di raccontare il Paese e la sua provincia.

Addio a Stefano Benni, maestro di satira apocalittica

Stefano Benni par Claude Truong-Ngoc sept 2013.

Il 9 settembre è mancato Stefano Benni, tra i più importanti autori della letteratura italiana. Nato nel 1947, Benni si era affermato nel 1976 con "Bar Sport", raccolta di brevi, fulminanti racconti che illustravano l'archetipo di un certo tipo di bar con una satira sociale che alternava lo scherzo bonario alla stilettata al vetriolo.

Molti altri Bar importanti sarebbero venuti, da "Bar Sport 2000" al suo capolavoro, il "Bar Sotto il Mare", un Decameron moderno e surreale dove, in un luogo subacqueo fantastico, si trovano grandissimi narratori, da Edgar Allan Poe, Sigmund Freud e Agatha Christie agli abitanti di Sompazzo, piccolo borgo votato alla follia paesana.

La "narrazione da bar", il gusto dell'affabulazione (ma portato a livelli di maestria ineguagliabile) pervade tutte le sue opere, anche i romanzi come "Terra!" (1983) dove sono incastonate, in una fantascienza avventurosa dal tema apocalittico-ecologico, una miriade di gemme narrative: storie e racconti come "Cappuccetto Nero" e altre.

E se il "racconto da bar" è al centro del suo stile, la grande "Provincia" e la sonnacchiosa periferia italiana (soprattutto quella settentrionale) è al centro del suo racconto, con cui è in grado di imbastire una geniale, stralunata ed efficacissima satira politica e sociale. "Comici Spaventati Guerrieri" è una raffinatissima riscrittura di "Quer Pasticciaccio Brutto de Via Merulana" di Gadda, spietata satira del fascismo tramite la sua ordinarietà, mentre i Guerrieri ci parlano degli anni dell'edonismo reaganiano e da noi craxiano, già delineando "dove la maceria si ritaglierà".

Dal quotidiano, infatti, sempre presente, Benni ricava – quasi con la tecnica del cut up resa celebre da Bourroughs - una sorta di profetismo apocalittico spesso azzeccatissimo.

"La compagnia dei Celestini", nel 1992, anticipa la discesa in campo di Berlusconi (l'egoarca Mussolardi, padrone dell'equivalente del Milan e ossessionato dalla distruzione della Pallastrada, ovvero ogni sacca non allineata al suo mainstream), "Baol" (1990), di nuovo fantascientifico e quasi cyberpunk, pare addirittura anticipare i tempi delle fake news tramite le AI.Di Anneli Salo - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=5073861

Di Anneli Salo - Opera propria, CC BY-SA 3.0

Una capacità di preveggenza ironica quasi dichiarata in "Saltatempo" (2001), autobiografia onirica nel personaggio di Lupetto, il "saltatempo" del titolo, condannato dagli dei di un pantheon minore col dono dell'"orobilogio" che gli consente di prevedere, ma inutilmente, il futuro, come una simpatica Cassandra proletaria.

Numerose altre, e ugualmente ricche di spunti, sarebbero le sue opere: tra cui, varie raccolte di poesie, a partire dalla splendida "Prima o poi l'amore arriva".

Negli ultimi tempi la malattia l'aveva allontanato dalla scena pubblica, fino alla scomparsa a 78 anni: ma ci resta l'eredità ricchissima di uno scrittore generoso e prolifico che ha saputo formare una generazione X italiana al suo umorismo sulfureo, raccontando la sua epoca con umorismo sulfureo e prevedendo con ahimé mirabile precisione quella vigente.

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