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Leone XIV: "Due santi dei nostri giorni innamorati di Gesù"

Il Papa celebra la canonizzazione del piemontese Frassati e di Acutis, elogiandone la fede, la carità e l’amore per l’Eucaristia. Modelli per i giovani, simboli di santità contemporanea

Leone XIV: "Due santi dei nostri giorni innamorati di Gesù"

I due giovani canonizzati domenica sono raffigurati nelle nuove emissioni filateliche del Servizio Poste e Filatelia del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano

Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis sono stati canonizzati domenica 7 settembre, come annunciato da papa Leone XIV durante il suo primo Concistoro, in cui è stata ufficializzata anche la canonizzazione di Bartolo Longo e di altri sette beati, a calendario per il 19 ottobre. Diversamente da quanto era stato annunciato da Papa Francesco, non sono state più previste dunque canonizzazioni durante gli appuntamenti giubilari degli adolescenti e dei giovani. Secondo il calendario dei grandi eventi, infatti, la canonizzazione di Frassati era indicata il 3 agosto, mentre quella di Acutis, programmata ad aprile, era stata sospesa proprio a causa della morte di Papa Francesco.

Carlo Acutis (1991-2006) è stato un ragazzo italiano, con grandi doti di intelligenza, sorretto da una profonda fede che colpiva i coetanei. In particolare si tese per un uso innovativo della tecnologia al servizio della crescita cristiana, creando siti web di spiritualità alla portata degli adolescenti. Senza trascurare l’assistenza generosa ai bisognosi. Affetto da una forma di leucemia fulminante, morì a 15 anni, offrendo la sua sofferenza per il Papa e la Chiesa. I suoi resti sono ad Assisi e la sua canonizzazione è prevista per il 7 settembre. A Mondovì è dedicata a lui la cappella dell'Oratorio della parrocchia di Piazza.

Pier Giorgio Frassati, studente e terziario domenicano, membro della San Vincenzo de’ Paoli, della Fuci e di Azione Cattolica, è stato beatificato nel 1990 da Papa Giovanni Paolo II. Durante l’udienza generale in piazza San Pietro, il 4 giugno scorso, Leone XIV lo aveva indicato tra i santi per i giovani e gli studenti, e per i volontari a servizio dei poveri e degli ammalati. «

«Entrambi, Pier Giorgio e Carlo, hanno coltivato l’amore per Dio e per i fratelli attraverso mezzi semplici, alla portata di tutti: la santa Messa quotidiana, la preghiera, specialmente l’adorazione eucaristica» ha sottolineato il Papa nell’omelia di domenica –. «Sono un invito rivolto a tutti noi, soprattutto ai giovani, a non sciupare la vita, ma a orientarla verso l’alto e a farne un capolavoro. Pier Giorgio ha incontrato il Signore attraverso la scuola e i gruppi ecclesiali – l’Azione Cattolica, le Conferenze di San Vincenzo, la Fuci, il Terz’Ordine domenicano – e lo ha testimoniato con la sua gioia di vivere e di essere cristiano nella preghiera, nell’amicizia, nella carità», il profilo del giovane torinese: «Al punto che, a forza di vederlo girare per le strade di Torino con carretti pieni di aiuti per i poveri, gli amici lo avevano ribattezzato ‘Frassati Impresa Trasporti’! Anche oggi, la vita di Pier Giorgio rappresenta una luce per la spiritualità laicale. Per lui la fede non è stata una devozione privata: spinto dalla forza del Vangelo e dall’appartenenza alle associazioni ecclesiali, si è impegnato generosamente nella società, ha dato il suo contributo alla vita politica, si è speso con ardore al servizio dei poveri». «Carlo, da parte sua, ha incontrato Gesù in famiglia, grazie ai suoi genitori, Andrea e Antonia e poi a scuola, anche lui, e soprattutto nei Sacramenti, celebrati nella comunità parrocchiale – ha proseguito il Papa –. È cresciuto, così, integrando naturalmente nelle sue giornate di bambino e di ragazzo preghiera, sport, studio. Tutti e due avevano una grande devozione per i Santi e per la Vergine Maria, e praticavano generosamente la carità – ha concluso Papa Leone –. Perfino quando la malattia li ha colpiti e ha stroncato le loro giovani vite, nemmeno questo li ha fermati e ha impedito loro di amare, di offrirsi a Dio, di benedirlo e di pregarlo per sé e per tutti».

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