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Malgaro morso da un lupo: «L'animale va abbattuto. È pericoloso e non teme l'uomo»

L'Associazione per la tutela dell'ambiente ricostruisce l'accaduto e pubblica i pantaloni insanguinati del pastore: «Attacchi in aumento in Italia». Il referto del pronto soccorso conferma il morso del lupo

Malgaro morso da un lupo: «L'animale è pericoloso e non teme l'uomo. Va abbattuto»

Dopo la notizia del pastore aggredito da un lupo a Usseaux, lo scorso mercoledì, sono arrivate numerose prese di posizione. Oggi, 29 settembre, riportiamo l'intervento appena inviatoci dall'Associazione Nazionale per la Tutela dell'Ambiente e della Vita Rurali, che chiede "l'abbattimento dell'esemplare come indicato dalla Direttiva Habitat", aggiungendo: "La ricostruzione dei fatti a cura del personale del Parco Alpi Cozie è arbitraria e non corrispondente alla realtà dei fatti e alla diagnosi del pronto soccorso".

Di seguito il testo inviatoci:

"Intorno alle ore 16 di mercoledì 24 settembre a Pian dell'Alpe, comune di Usseaux in alta Val Chisone (Torino), il pastore 64nne Ettore Canton, avvisato dal fratello Mario, ha visto che due lupi stavano tentando di predare una pecora che avevano separato dal resto del gregge. Fortunatamente era intervenuto il grosso cane pastore abruzzese, salvando momentaneamente l'ovino. Ettore Canton era subito accorso per salvare legittimamente la pecora, con grande coraggio, descritto poi da Luca Marello, direttore dell'Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Cozie, come un gesto "audace". Peccato che audace significhi anche sfrontatezza, impudenza o temerarietà, istinto che implica la volontà di fare le cose nonostante i rischi, corrispondendo alla ricerca di sensazioni o di emozioni forti. Cosa vorrebbe quindi dire Marello, che è stato il pastore a essersela cercata? Un pastore che a causa degli attacchi di lupi in pochi anni ha visto scendere il suo gregge da 40 a 8 pecore? La prossima sarà la volta delle sue 80 vacche e vitelli? Se lì ci fosse stato un bambino cosa sarebbe accaduto? Comunque sia, Ettore Canton il 27 settembre ha fatto un esposto ai Carabinieri forestali di Pragelato sull'accaduto.

 

L'attacco
Uno dei due lupi era subito fuggito – comportamento definito tipico dei lupi – ma l'altro continuava a mordere la pecora, ferita anche al collo, trattenendola per la groppa. Vedendo l'uomo avvicinarsi, questo lupo lo ha invece attaccato mordendolo non a una gamba ma a due, perforando e strappando entrambe le gambe dei pantaloni dopo che il pastore era a terra. Se non ci sono stati esiti peggiori o persino letali lo si deve probabilmente al fatto che Canton ha ritratto istintivamente le gambe e soprattutto grazie al coraggioso cane abruzzese che è intervenuto tempestivamente e ha lottato contro il predatore, tanto che il cane è rimasto ferito almeno a una zampa anteriore. Alla fine il lupo è fuggito e il pastore sotto choc si è allontanato, poi soccorso dal fratello.

Il pastore, accompagnato e trasportato dalla figlia all'Ospedale di Pinerolo, ha avuto 7 giorni di prognosi. Il referto del Pronto Soccorso riporta: "Morso di un lupo a carico dell'arto sinistro, presenta piccola escoriazione", ma dopo nel dettaglio specifica "Alla gamba sinistra FLC lineare superficiale e alla gamba destra piccolo graffio".  

Ci domandiamo anche se il personale del pronto soccorso abbia fatto il tampone per prelevare il DNA dai pantaloni, per potere poi individuare il lupo responsabile. Lo si fa in varie Regioni. La Regione Piemonte (con circa 1.000 lupi stimati, ossia quasi pari a quelli di tutta la Francia) ha dato questa disposizione agli ospedali? Ricordiamo che in Piemonte, esattamente a Giaveno non lontano da Torino, una persona fu attaccata dai lupi nel 2016 e un'altra nel 2017, come confermato da Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) grazie all'esame del DNA presente sui pantaloni stracciati. Nonostante l'art. 16 della Direttiva Habitat preveda, in deroga e da molti anni, in questi casi la cattura o abbattimento dei lupi, protetti o no, la Regione Piemonte non richiese alcuna relativa autorizzazione, lasciando liberi e indisturbati questi esemplari.

Il lupo torna all'attacco

Da notare che dopo essere fuggito, probabilmente lo stesso esemplare ha avuto la cocciutaggine di tornare per tentare di predare un'altra pecora sempre lì (c'è anche il filmato), incurante delle persone presenti, dei cani e persino dei due guardiaparco, come dichiara Mario Canton, fratello del ferito. «Poco dopo riecco il lupo, l'abbiamo visto tornare verso il gregge e abbiamo urlato e aizzato i cani, che lo hanno attaccato e messo in fuga». Poco dopo e poco lontano i lupi hanno poi predato e divorato quello che dai resti parrebbe un capriolo. Ma non contenti hanno anche ucciso un vitello nei vicini pascoli di Pequerel, Comune confinante.

Auspichiamo che Regione Piemonte esegua un'attenta indagine sull'approccio, professionalità e obiettività del personale dell'Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Cozie.

Recentemente l'assessore regionale all'Agricoltura Paolo Bongioanni ha dichiarato che prossimamente proporrà al ministero dell'Ambiente e quindi a Ispra l'abbattimento di 200 lupi, ossia il 20% della popolazione di lupi stimata in Piemonte, pari circa al tasso di crescita annua, salvando pienamente la specie. Bene, ma intanto dovrebbe e da subito chiedere l'autorizzazione all'abbattimento di questo esemplare di lupo evidentemente pericoloso, problematico e che non teme più l'uomo e che addirittura lo ha attaccato e ferito. Cosa possibile – ben prima dell'avvenuto declassamento del lupo anche in Italia – e prevista già da anni dalla Direttiva Habitat. Ma, ripetiamo, la Regione non ha mai richiesto l'abbattimento di nessun lupo, anche se pericoloso.

Ricordiamo che Ispra ha recentemente e ufficialmente dichiarato che dal 2017 al 2024 c'è stato un aumento esponenziale degli attacchi – non provocati dall'uomo – documentati di lupi a persone in Italia: ben 100 situazioni potenzialmente a rischio in cui in quel periodo è stato interpellato da vari enti l'Istituto, di cui 61 solo nel biennio 2022-2023, con 20 persone attaccate e ferite, bambini inclusi. Considerando solo i casi accertati in base all'esame del DNA, quando fatti.

Questo caso di  Usseaux è divenuto di dominio pubblico grazie a Giovanni Dalmasso, presidente dell'Associazione difesa alpeggi Piemonte: «È una cosa gravissima, Noi pastori abbiamo il diritto di difendere i nostri animali, ma non riusciamo perché non abbiamo i mezzi e capita anche che veniamo aggrediti. Perché si cacciano tanti animali, ma non il lupo che non ci permette di lavorare? Quando questo predatore avrà ucciso qualcuno, di chi sarà la responsabilità? Se non si riducono drasticamente le presenze dell'animale, non si potrà risolvere la situazione. Speriamo che le nostre richieste fatte a livello regionale e nazionale vengano prese in considerazione». Tra gli altri, anche il presidente provinciale di Cia Agricoltori delle Alpi, Stefano Rossotto, è sbottato: «Siamo a dir poco sconcertati dalle dichiarazioni del guardiaparco delle Alpi Cozie riportate dai giornali sul caso del pastore di Usseaux, morso alla gamba da un lupo mentre accorreva in soccorso delle sue pecore. È inaccettabile sentir giustificare il lupo, che avrebbe agito per difendersi, in quanto si sarebbe trovato in preda allo "stress" dovuto alla foga del momento. Colpa del pastore che lo ha disturbato sul lavoro? Ci domandiamo cos'altro debba ancora accadere, perché si prenda coscienza della gravità della situazione. Le affermazioni del guardiaparco sono emblematiche dell'atteggiamento delle autorità verso il problema del lupo, che a loro avviso va protetto sempre e comunque. La situazione è insostenibile, da anni invochiamo interventi radicali per contenere il proliferare dei lupi sul territorio, ma fino ad ora abbiamo ottenuto solo parole. Siamo all'assurdo, avanti di questo passo sarà sempre peggio, anche gli uomini, e non solo i loro animali, dovranno abbandonare le campagne, perché rimarranno l'unica specie non protetta da nessuno».

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