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05 Dicembre 2025 - 15:13
Stando al Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, sono 20.580 i contratti programmati dalle imprese piemontesi per dicembre 2025 nei settori industria, servizi e primario (agricoltura, silvicoltura, caccia e pesca).
Il trend appare negativo sia a livello mensile (-3.780 entrate rispetto a dicembre 2024, per una variazione tendenziale del -15,5%), sia su base trimestrale (-11.600 assunzioni rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente). Cali diffusi nei principali comparti sono alla base della riduzione regionale delle previsioni di assunzione.
Sul piano territoriale, il Nord-Est si conferma l’area con le maggiori difficoltà di reperimento, con il 51,9% dei profili considerati difficili da coprire e picchi del 56% in Trentino-Alto Adige. Seguono il Nord-Ovest (96.430 contratti e 47,2% la difficoltà), il Centro (rispettivamente 69.660 entrate e 43,7%) e infine il Sud e le Isole (98.320 entrate di cui 41,3% difficili da reperire).


A livello nazionale i contratti di assunzione (di durata superiore a 20 giorni lavorativi o a tempo indeterminato) programmati dalle imprese dei settori industria, servizi e primario (agricoltura, silvicoltura, caccia e pesca) a dicembre sono circa 350mila e diventano 1,3 milioni se si considera il trimestre dicembre 2025 – febbraio 2026. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, emerge un rallentamento della domanda di lavoro: il fabbisogno occupazionale delle imprese diminuisce del 5,9% nel mese (-22mila posizioni) e del 6,2% nel trimestre (-86mila). Ciononostante, anche a livello nazionale, le imprese continuano a segnalare forti difficoltà nel reperimento del personale, dichiarando di avere problemi a trovare il 46% dei profili richiesti.
Le opportunità di lavoro in Piemonte a dicembre 2025 costituiscono il 21,4% del totale delle 96.400 assunzioni previste nel Nord Ovest. Su scala nazionale, il peso del Piemonte si conferma rilevante, le entrate previste in regione equivalgono al 5,9% delle 350.000 assunzioni stimate in tutta Italia per lo stesso periodo.
Il 58,0% delle assunzioni programmate in Piemonte per il mese di dicembre riguarda imprese di micro e piccola dimensione (1-49 addetti), il 17,7% realtà di medie dimensioni (50-249 addetti) e il 24,4% grandi aziende (250 dipendenti e oltre).
L’86,0% delle entrate programmate dalle aziende piemontesi riguarderà personale dipendente, il 7,4% lavoratori somministrati, il 3,3 % collaboratori e il 3,3% altri lavoratori non alle dipendenze. Nel 27% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 73% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita).
Delle 20.580 entrate previste in Piemonte nel mese di dicembre 2025 il 14% costituito da laureati, il 25% da diplomati, le qualifiche o diplomi professionali e la scuola dell’obbligo pesano rispettivamente il 38% e il 21%.
Considerando i dati di dicembre a livello settoriale emerge come siano sempre i servizi a formare la fetta più consistente della domanda di lavoro con 14.990 entrate, il 72,8% del totale (circa 2.130 unità in menorispetto allo stesso mese dell’anno precedente).
L’industria prevede 4.890 entrate, generando il 23,4% della domanda totale e segnando un calo pari a circa 1.690 unità rispetto a dicembre 2024. Il settore primario, con circa 700 assunzioni nel mese di dicembre (+50 unità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), pesa il 3,4%. Tra i servizi, il comparto che assorbirà la fetta più rilevante delle 20.580 entrate previste nel mese di dicembre 2025 è quello del turismo (servizi di alloggio e ristorazione, servizi turistici), con 4.150 ingressi (20,2% del totale), seguito dal commercio, settore per il quale le imprese intervistate presumono di dover effettuare 3.180 assunzioni (il 15,5%) e dai servizi alle persone con 2.860 entrate nel mese e una quota del 13,9% del totale. All’interno del comparto industriale si distinguono le costruzioni con una quota pari al 7,5%.
Il 35% delle entrate previste a dicembre 2025 nella nostra regione sarà destinato a professioni commerciali e dei servizi, un altro 26% riguarderà gli operai specializzati e conduttori di impianti. Il 19% sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici e solo l’8% sarà rappresentato da impiegati. I profili generici, in fine, costituiranno il 12% delle assunzioni del mese. Poco meno di un’assunzione su tre (29,7%) interesserà giovani con meno di 30 anni. Nel 22,0% dei casi le imprese prevedono di assumere personale immigrato, dato di poco inferiore a quello medio italiano (22,7%). Per il 62,7% circa delle entrate viene richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore. Il 22,6% dei neo assunti sarà chiamato ad applicare soluzioni creative e innovative, il 13,4 % coordinerà altre persone.
Il 44% delle entrate sarà inserito nell’area della produzione di beni ed erogazione del servizio, il 23%nelle aree commerciali e della vendita e una quota del 13% in quelle tecniche e della progettazione. La logistica assorbirà il 12% circa delle assunzioni programmate per il mese di dicembre 2025, l’area amministrativa e quella direzionale genereranno una quota entrambe pari al 4%.
A dicembre 2025 sarà difficile da reperire sul mercato del lavoro il 49,3% delle figure professionali da inserire nelle aziende piemontesi, principalmente a causa della mancanza di candidati idonei a ricoprire le posizioni vacanti (31,9%), mentre nel 13,2% dei casi la ragione è da ricercare nell’inadeguata preparazione degli stessi. Il mismatch tra domanda e offerta di lavoro segnalato dalle imprese a livello locale risulta superiore al dato medio nazionale (46,0%).
Le difficoltà di reperimento appaiono superiori alla media regionale tra gli operai specializzati e conduttori di impianti e macchine (63,2%) e tra i dirigenti, professionisti con elevata specializzazione e tecnici(51,5%). All’interno del primo gruppo le criticità maggiori riguardano la ricerca di operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (84,6%) e i meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori macchine fisse/mobili (79,5%), nel secondo sono gli specialisti nelle scienze della vita (96,0%) e i tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (82,3%) i profili più difficili da reperire sul mercato.
Difficoltà inferiori alla media si riscontrano, invece, nel reperimento di impiegati, professioni commerciali e nei servizi (44,9%), gruppo all’interno del quale non mancano, tuttavia, figure per le quali le imprese prevedono complessità superiori alla media: si tratta soprattutto delle professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali (66,8%) e degli operatori della cura estetica (61,5%).
L’analisi delle difficoltà di reperimento per livello di studio evidenzia problematiche superiori alla media nella ricerca di profili in possesso di un titolo di istruzione tecnologica superiore (ITS, 58,9%), universitario(50,2%), qualifica di formazione o diploma professionale (50,2%). Tra gli universitari, gli indirizzi per i quali le imprese lamentano i problemi maggiori sono quello chimico-farmaceutico (88,9%) e medico e odontoiatrico (70,0%). Gli indirizzi benessere (75,1%) e impianti termoidraulici (74,0%) saranno, invece, i più difficili da reperire sul mercato tra i titoli di qualifica di formazione o diploma professionale.
Per i restanti titoli di studio il mismatch tra domanda e offerta di lavoro si colloca leggermente al di sotto della media regionale. Le imprese piemontesi ritengono che la ricerca di candidati in possesso di un titolo di livello secondario sarà difficoltosa nel 47,0% dei casi, toccando picchi particolarmente elevati per gli indirizzi costruzioni, ambiente e territorio (69,5%) e turismo, enogastronomia e ospitalità (67,4%).
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