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Niente Nobel per gli USA di Trump. Oppure no?

Maria Corina Machado vince il Nobel per la Pace 2025, e Trump non manca di fare le sue rimostranze. Ma nemmeno gli oppositori globali di The Donald possono cantare vittoria: vediamo perché.

Niente Nobel per gli USA di Trump. Oppure no?

Maria Corina Machado ricevuta da George W. Bush nello Studio Ovale, 2005

Nonostante pronostici speranzosi dei suoi sostenitori, per quest'anno niente Nobel per la Pace per Donald Trump. E dire che il presidente americano aveva portato a casa la difficilissima trattativa per la pur fragile tregua a Gaza nel conflitto israelo-palestinese. Il comitato del Nobel si è affrettato a precisare che i giochi erano già fatti per quest'anno, rimandando Trump ad ottobre (del prossimo anno): se la tregua regge, chissà! "Scelta politica", borbottano gli uomini del presidente. Intanto, il Nobel per la Pace è andato alla venezuelana Maria Corina Machado, figura centrale dell'opposizione del suo paese. Nata a Caracas nel 1967, Machado viene da una ricca famiglia di imprenditori espropriata dal governo socialista del Venezuela. Dopo aver studiato in una scuola superiore cattolica privata di élite a Caracas, Machado si laurea in ingegneria industriale presso l'università cattolica venezuelana, con un successivo master in finanza. Nel 1992 inizia a distinguersi per le sue attività di beneficienza verso bambini e ragazzi orfani del suo paese, entrando in seguito in politica dove è una delle principali figure di opposizione al presidente Chavez, insediatosi nel 1999 e rimasto al potere fino al 2013, quando passa la mano all'attuale presidente Maduro, delfino di Chavez. La Machado è anche coinvolta nella complessa vicenda del tentato golpe contro Chavez nel 2002, cosa che ha reso i giudizi nei suoi confronti articolati, con critiche da parte di chi apprezza il socialismo di Chavez-Maduro. In realtà - al di là degli sfoghi istrionici di Trump - sembra nel complesso una decisione favorevole alla visione USA dell'ordine sudamericano, con gli States da sempre propizi a un regime change in Venezuela: le forze navali statunitensi stazionano all'esterno del paese, e sanzioni economiche hanno contrastato le nazionalizzazioni forzate. L'era di Trump ha rafforzato la volontà di un espansionismo statunitense, con molti segnali preoccupanti. La Machado è di posizioni apertamente liberiste e liberali ed è stata ricevuta nel 2005 nello Studio Ovale da George Bush jr.. Il suo movimento, da sempre liberista, si è di recente avvicinato al trumpismo: i suoi sostenitori sono definiti "magazuelani", crasi di MAGA (Make America Great Again) e Venezuela, e Machado ha firmato la "Carta di Madrid" promossa da Vox assieme a Milei, Bolsonaro e la nostra Giorgia Meloni. Questo stesso Nobel è stato dedicato a Trump da Machado stessa nel discorso di accettazione. La maggioranza di Maduro nel 2014 le ha impedito la politica parlamentare facendola decadere dall'incarico da deputata con accuse di incostituzionalità. Da allora Machado parla apertamente di dittatura militarista maduriana e conduce una opposizione nonviolenta a quello che lei ritiene un regime. Il premio Nobel, di sicuro, le dà ragione dal palco più autorevole del mondo, e rafforza la sua azione. E ovviamente, quella dei suoi alleati nordamericani. Niente Nobel per Trump, quindi: ma fino a un certo punto...

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