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Quando Ivan Graziani cantò il furto al Louvre

La rapina al museo parigino è la notizia di cronaca e costume che più ha catturato l'interesse nell'ultima settimana. Episodio non nuovo già raccontato dal cantautore.

Quando Ivan Graziani cantò il furto al Louvre
"Si vorrei rubarla, vorrei rubare quello che mi apparteneva...e nasconderla in una cassa di patate". Ivan Graziani cantava così nel 1978, in "Monna Lisa", narrando in questo modo il furto, al Louvre, di quello che è considerato il quadro più famoso della storia: la Gioconda di Leonardo da Vinci.
Raccontando in prima persona, e nei dettagli, tutte le operazioni di trafugamento dell'opera, e le botte in testa rifilate al custode. Il testo volutamente ironico ed aperto a significati intrinsechi, apre ad una trasfigurazione del ladro in eroe, che requisisce ciò che gli "apparteneva", o meglio quello che noi italiani pensiamo appartenerci, il capolavoro del Da Vinci, custodito però nel museo parigino, il più famoso e iconico al mondo.
Diciamo la verità, il furto avvenuto nei giorni scorsi ha risvegliato i nostri ricordi sui romanzati celebri furti di preziosi, tanto di moda un tempo nella narrazione di fantasia: dei ladri furfanti alla Diabolik o di quelli galanti come Lupin. Autori di geniali piani per introdursi, e "ripulire" le teche colme di opere d'arte. Un soggetto classico della letteratura, del cinema, e in gran misura anche di fumetti e cartoni animati. Il tanto caro guardie e ladri, con i Clouseau e Zenigata contro La Pantera rosa e il trio Jigen, Goemon e Lupin. Quest'ultimo furto clamoroso al Louvre sembra infatti appartenere ad un'altra epoca, soprattutto ora che il livello tecnologia di sorveglianza dovrebbe indurre a dissuadere eventuali malintenzionati, e proprio per questo ha destato forse maggiore scalpore. 
Tanto che George Clooney ha subito affermato, tra il serio e l'ironico, di volerne trarre spunto per il nuovo capitolo di Ocean's 14. Come detto Ivan Graziani ci ha parlato del furto della Monna Lisa ispirandosi al vero caso della trafugamento del dipinto per mano di Vincenzo Peruggia, avvenuto nel 1911. Il ladro si nascose nel museo nel giorno di chiusura, fuggì per il cortile interno facendo perdere le tracce prima che all'indomani i custodi si accorgessero del furto. Le indagini brancolavano nel buio, e vennero incredibilmente arrestati anche Picasso e Apollinaire, mentre Peruggia riusciva a tenere il quadro con se ancora per due anni prima di venire catturato. Dichiarò di averlo rubato per "patriottismo", gli fu diagnosticata l'infermità mentale ma ciò che più conta, il quadro tornò al suo posto.
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