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07 Novembre 2025 - 11:43
Felice Cardone con Matteo e Paolo Bracco
C'è "Lice", lo storico arrotino di paese che non ha mai mollato e ci sono i giovani fratelli Matteo e Paolo, che portano avanti l'arte orafa di papà Ugo e mamma Laura. Sono loro tre i soci premiati dalla Confcommercio Carrù in occasione della grande convention finale di chiusura al teatro "Vacchetti" per gli 80° dell'Associazione provinciale.
È il simbolo di una passione che si tramanda attraverso le generazioni. Lo stesso attaccamento al lavoro che unisce le tante persone che ogni giorno «tirano su la serranda».
Felice, che di cognome fa Cardone, porta sulle spalle oltre quarant'anni d'esperienza. È la memoria vivente di un modo di fare commercio fondato sulla passione, l’onestà e la relazione diretta con le persone. Aveva iniziato la sua attività da ambulante nel lontano ottobre 1978, portando sui mercati di Morozzo, Dogliani, Ceva, Carrù, Murazzano e Mondovì gli articoli di ferramenta, enologici, di imballaggio e confezionamento.
Nel 1994 sceglie di fermarsi a Carrù, dove apre il suo negozio di ferramenta, imballaggi e bombole, senza mai abbandonare l’antico mestiere di arrotino, oggi quasi scomparso. Una vita di lavoro che profuma di dedizione e di rispetto per le proprie radici.
Due giovani che hanno saputo raccogliere e rilanciare l’eredità di famiglia. Figli di Ugo Bracco, orafo diplomato nel 1978 a Valenza Po, e di Laura, rappresentano la nuova generazione di artigiani "del bello". Dal laboratorio aperto a Carrù nel 1989, la loro attività ha saputo evolvere con i tempi, unendo la maestria artigiana all’innovazione tecnologica. Con l’introduzione del laser e della prototipazione 3D, la famiglia Bracco ha trasformato l’arte orafa in un laboratorio di idee, nel "salottino" di via Mazzini, e lo raccontano (con l'immancabile ironia) sui loro partecipati canali social.
Poi c'è Lidia, moglie di Beppe Cravero dello storico ristorante "Vascello d'oro", mentre osserva quasi a volerla consumare tutta, la foto della figlia Elena, che ha scelto di intraprendere a sua volta la propria strada di commercio aprendo un negozio di abbigliamento. È uno sguardo che racconta tutto: l’orgoglio, la nostalgia, l'affetto.

Siamo lontani dai riflettori delle premiazioni: un angolo "privato" a margine della mostra fotografica “Donne del Terziario: storie di impresa, innovazione e futuro”, inaugurata nella suggestiva cornice dei Battuti Bianchi di Carrù. Ventisei donne del territorio, protagoniste dell’imprenditoria e del commercio, ritratte con sensibilità dalla fotografa Lorena Durante, vicepresidente di Terziario Donna. L'istantanea della spettatrice interessata Lidia racchiude in sè ogni sfaccettatura di quel passaggio generazionale. Silenzioso ma potentissimo.
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