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«Un "click day" per il voucher scuola? Demenziale e discriminatorio»

L'attacco di Alberto Deambrogio, segretario regionale del PRC per il Piemonte e la VdA

Alberto Deambrogio rifondazione comunista

Alberto Deambrogio, segretario regionale del PRC per il Piemonte e la VdA

«Il Buono Vesta... in un "click day"? Una modalità odiosa e demenziale modalità». Lo dice Alberto Deambrogio, segretario regionale del PRC per il Piemonte e la VdA riferendosi al voucher che da quest’anno la Regione Piemonte ha introdotto utilizzando fondi europei.

Dalle ore 00.01 del 20 settembre prossimo avranno inizio le prenotazioni per ottenere il voucher destinato alle famiglie con bambini da 0 a 6 anni residenti in Piemonte. L’importo del voucher sarà graduato in base alla fascia Isee e per ciascun figlio per cui si faccia domanda:

  • 1.200 euro a minore 0-6 anni per le famiglie con Isee inferiore a 10.000 euro;
  • 1.000 euro a minore 0-6 anni per le famiglie con Isee compreso tra 10.000 e 35.000 euro;
  • 800 euro a minore 0-6 anni per le famiglie con Isee compreso tra 35.000 e 40.000 euro.

Deambrogio: «Le risorse andranno a coprire esigenze espresse da genitori per nidi d’infanzia, micro nidi, sezioni primavera, nidi in famiglia, spazi gioco per bimbi, centri per bimbi e famiglie, scuole d’infanzia, centri vacanza, ecc. sulla base delle dichiarazioni ISEE. Per ottenere queste prestazioni la Regione Piemonte non ha trovato di meglio che istituire un click day per la giornata del 20 settembre alle ore 00.01. Si tratta nell’insieme di un provvedimento che testimonia, ancora una volta, dell’assoluta inerzia sul terreno dell’ampliamento dell’offerta pubblica in un settore in cui si dà per assodato che senza il privato non si va da nessuna parte. Da questo punto di vista il voucher da spendere in strutture anche non pubbliche rimane l’unica possibilità stabile per molti».

«Oltre a ciò, occorre davvero esecrare l’odiosa e demenziale modalità di erogazione del voucher medesimo attraverso la pratica del click day. Invece di un percorso chiaro e accessibile, in grado di assicurare un diritto, si è scelta la strada di una vera e propria lotteria. Le famiglie più bisognose, quelle più deboli, sono quelle che difficilmente possiedono un computer e hanno competenze e prontezza per infilarsi tra chi ce la farà prima che le risorse finiscano. Di più: se questi soggetti avranno dovuto recarsi presso un CAF, bisognerà vedere se avranno trovato una prenotazione nel momento giusto, sperando che la struttura sia riuscita poi a terminare tutto l’iter in tempo utile. Preparare una corsa ad ostacoli per chi è più debole e ha meno strumenti esalta una competizione indegna di una istituzione come la Regione, che semmai dovrebbe avere a cuore un trattamento equo per tutti i suoi cittadini e le sue cittadine, aiutando chi si trova in condizioni di maggiore difficoltà».

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