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Donne per la Pace: «Ogni giorno il presidio per la Sumud Flotilla: siamo “equipaggio di terra”»

Ogni sera a Mondovì dalle 18 alle 19 a Mondovì

Donne per la Pace: «Ogni giorno il presidio per la Sumud Flotilla: siamo “equipaggio di terra”»

Le "Donne in cammino per la Pace" di Mondovì rispondono alla chiamata di solidarietà alla Global Sumud Flotilla lanciata da molte organizzazioni umanitarie pacifiste in tutta Italia.

Il gruppo pacifista ha scelto di scendere in piazza ogni sera, dalle 18 alle 19 in Piazza Martiri della Libertà di fronte al Comune, a partire dal 25 settembre, per sottolineare il silenzio delle istituzioni. Tutti i cittadini sono invitati a partecipare ed a divulgare il più possibile questa iniziativa simbolica di protesta e di supporto ideale alla GFS.

«Come è noto la Flotilla, che si compone di oltre 50 barche provenienti da 44 Paesi, carica di aiuti umanitari raccolti in tutta Italia con uno sforzo collettivo di persone e associazioni molto sentito, ha subìto negli ultimi giorni un nuovo attacco aereo in acque internazionali al largo dell’isola di Creta con bombe sonore, spray urticanti e droni, durato almeno 4 ore. Non ci sono state vittime né feriti a bordo delle imbarcazioni, ma 11 di loro (tra cui una italiana) sono state danneggiate. Soltanto la nave di supporto di Emergency ha portato loro soccorso. L’obiettivo era chiaramente quello di intimidire e dissuadere gli attivisti diretti a Gaza dal portare a compimento la loro missione di portare cibo e medicine alla popolazione palestinese stremata, oltre che a mantenere l’attenzione del mondo al genocidio che sta subendo e alla necessità di cessare il traffico di armi verso Israele e l’adozione di sanzioni contro il suo governo. Il nostro ministro degli Esteri si è limitato a un generico invito al governo Netanyahu a tutelare le persone a bordo. Il ministro della Difesa ha assicurato la presenza di una nave militare pronta a fornire assistenza e soccorso agli attivisti in caso di necessità, ma nello stesso tempo li ha ammoniti a non forzare in alcun modo il blocco israeliano perché in tal caso non potrà essere garantita alcuna tutela dallo Stato italiano. La premier Giorgia Meloni ha parlato invece di “iniziative che sembrano prevalentemente fatte non per consegnare gli aiuti, ma per creare problemi al governo”».

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