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Acem, il presidente si dimette: e ora chi prende le redini del Consorzio per la raccolta rifiuti?

Odenato rassegna le dimissioni per incompatibilità con la carica in SMA

Raccolta rifiuti: il presidente si dimetterà per stare in SMA, cambia il CdA

Che sarebbe andata così, si sapeva da mesi. ACEM, il Consorzio ambientale che gestisce la raccolta rifiuti di tutto il bacino monregalese-cebano, è a un giro di boa. Il presidente Michele Odenato ha ufficialmente rassegnato le sue dimission per mantenere unicamente il ruolo nella SMA, la società consortile che si occupa dell’impianto di discarica e trattamento di Magliano. Il doppio ruolo, che ha tenuto fino a oggi, era diventato incompatibile.

Ora sì dovrà riunir  l'assemblea in cui i sindaci dovranno nominare il nuovo CDA: la data potrebbe essere quella di lunedì prossimo, 27 ottobre.

Infatti è l'intero Consiglio di amministrazione a essere decaduto: non tanto per la mancanza del presidente, ma perché il CDA si trova senza tre membri su cinque (assieme a Odenato, e per le medesime motivazioni, si è dimessa la consigliera Annamaria Molinari; e il seggio di area Valli Monregalesi è vacante da tempo dopo le dimissioni di Luca Regis).

Importante ricordare due cose. Primo, a monte di questo cambio di amministrazione, c’è un passaggio più importante: la presa in carico diretta, da parte di SMA, dell’impianto e della discarica di Magliano. Fino a questo momento l’impianto era dato in gestione a un’azienda privata (un tempo Ama, gruppo Egea, oggi Iren). Dal 2026 si passerà a una gestione “in house” totalmente in mano al pubblico.

Secondo, tutto questo capita in una fase cruciale per l’impianto di Magliano: SMA sta lavorando al progetto di ampliamento della discarica che, se approvato e realizzato, consentirà all’impianto di “allungarsi la vita” di una quindicina di anni senza... andare in emergenza.

Un progetto che non ha avuto alcuna opposizione, anzi è stato approvato in modo liscio dai sindaci: non prevede espansioni al di là dell’attuale perimetro del sito. 

Chi potrà essere il prossimo presidente? Il successore di Odenato potrebbe venire dall’area cebana: quasi certamente sarà Andrea Ferro l’attuale sindaco di Paroldo. Il nuovo CdA potrà essere composto in modo “misto”: sia da pubblici amministratori che da esperti esterni.

I primi potranno presentare la candidatura direttamente, sotto “mandato” dei territori di riferimento. I secondi invece hanno dovuto presentare il proprio CV al bando che si è concluso nelle scorse settimane. E anche in questo caso ci si attende che i candidati siano comunque un’espressione politica di territori ben precisi, per garantire un equilibrio di rappresentanze nell’Amministrazione.

Sono pervenuti due curricula: che – secondo indiscrezioni – sarebbero espressione delle aree di Mondovì (si parla di una donna, un’avvocata, fuori dalle classiche “dinamiche politiche”) e della Langa. Tre, invece, gli amministratori del territorio: uno per le Valli Monregalesi (si fa il nome del sindaco di Torre, Andrea Giaccone), uno per l’Alta Langa (Valter Sandri, sindaco di Rocchetta Belbo) e uno per l’area Cebana (Andrea Ferro, sindaco di Paroldo, su cui si sarebbe trovata convergenza per la nomina a presidente).

«È giunto il momento di separare il governo di ACEM da quello di SMA - scrive Odenato nella sua lettera ai sindaci -. Desidero ringraziare le tante persone (amministratori, tecnici, cittadini) con le quali in questi anni ci siamo confrontati e abbiamo discusso (a volte anche animatamente) del complesso tema del ciclo dei rifiuti urbani. Sono consapevole che il lavoro fatto non sia stato risolutivo di tutti i problemi presenti, soprattutto in relazione all’avvio dei nuovi sistemi di raccolta dell'appalto per gli 85 Comuni. Lascio in eredità a chi mi seguirà l’onere di innestarsi in un percorso già avviato, con margini di manovra vincolati da scelte pregresse, e con la necessità di gestire elementi di criticità ancora importanti. E Desidero ringraziare tutto il personale di ACEM, che ha operato in questi anni fra molte difficoltà e in una situazione organizzativa che non sempre ha consentito di espletare le relative funzioni con la necessaria efficacia, con conseguenti rallentamenti nei flussi procedurali che a cascata hanno generato difficoltà operative anche ai Comuni. Mi permetto quindi di segnalare al futuro Consiglio di Amministrazione la necessità di un’azione immediata per strutturare in maniera più congrua l’organizzazione e la pianta organica, integrandola per quanto possibile e riequilibrando le funzioni e le responsabilità tra gli uffici in maniera più equa ed efficiente di quanto sia oggi».

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