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24 Ottobre 2025 - 06:41
Che sarebbe andata così, si sapeva da mesi. ACEM, il Consorzio ambientale che gestisce la raccolta rifiuti di tutto il bacino monregalese-cebano, è a un giro di boa. Il presidente Michele Odenato ha ufficialmente rassegnato le sue dimission per mantenere unicamente il ruolo nella SMA, la società consortile che si occupa dell’impianto di discarica e trattamento di Magliano. Il doppio ruolo, che ha tenuto fino a oggi, era diventato incompatibile.
Ora sì dovrà riunir l'assemblea in cui i sindaci dovranno nominare il nuovo CDA: la data potrebbe essere quella di lunedì prossimo, 27 ottobre.
Infatti è l'intero Consiglio di amministrazione a essere decaduto: non tanto per la mancanza del presidente, ma perché il CDA si trova senza tre membri su cinque (assieme a Odenato, e per le medesime motivazioni, si è dimessa la consigliera Annamaria Molinari; e il seggio di area Valli Monregalesi è vacante da tempo dopo le dimissioni di Luca Regis).
Importante ricordare due cose. Primo, a monte di questo cambio di amministrazione, c’è un passaggio più importante: la presa in carico diretta, da parte di SMA, dell’impianto e della discarica di Magliano. Fino a questo momento l’impianto era dato in gestione a un’azienda privata (un tempo Ama, gruppo Egea, oggi Iren). Dal 2026 si passerà a una gestione “in house” totalmente in mano al pubblico.
Secondo, tutto questo capita in una fase cruciale per l’impianto di Magliano: SMA sta lavorando al progetto di ampliamento della discarica che, se approvato e realizzato, consentirà all’impianto di “allungarsi la vita” di una quindicina di anni senza... andare in emergenza.
Un progetto che non ha avuto alcuna opposizione, anzi è stato approvato in modo liscio dai sindaci: non prevede espansioni al di là dell’attuale perimetro del sito.
Chi potrà essere il prossimo presidente? Il successore di Odenato potrebbe venire dall’area cebana: quasi certamente sarà Andrea Ferro l’attuale sindaco di Paroldo. Il nuovo CdA potrà essere composto in modo “misto”: sia da pubblici amministratori che da esperti esterni.
I primi potranno presentare la candidatura direttamente, sotto “mandato” dei territori di riferimento. I secondi invece hanno dovuto presentare il proprio CV al bando che si è concluso nelle scorse settimane. E anche in questo caso ci si attende che i candidati siano comunque un’espressione politica di territori ben precisi, per garantire un equilibrio di rappresentanze nell’Amministrazione.
Sono pervenuti due curricula: che – secondo indiscrezioni – sarebbero espressione delle aree di Mondovì (si parla di una donna, un’avvocata, fuori dalle classiche “dinamiche politiche”) e della Langa. Tre, invece, gli amministratori del territorio: uno per le Valli Monregalesi (si fa il nome del sindaco di Torre, Andrea Giaccone), uno per l’Alta Langa (Valter Sandri, sindaco di Rocchetta Belbo) e uno per l’area Cebana (Andrea Ferro, sindaco di Paroldo, su cui si sarebbe trovata convergenza per la nomina a presidente).
«È giunto il momento di separare il governo di ACEM da quello di SMA - scrive Odenato nella sua lettera ai sindaci -. Desidero ringraziare le tante persone (amministratori, tecnici, cittadini) con le quali in questi anni ci siamo confrontati e abbiamo discusso (a volte anche animatamente) del complesso tema del ciclo dei rifiuti urbani. Sono consapevole che il lavoro fatto non sia stato risolutivo di tutti i problemi presenti, soprattutto in relazione all’avvio dei nuovi sistemi di raccolta dell'appalto per gli 85 Comuni. Lascio in eredità a chi mi seguirà l’onere di innestarsi in un percorso già avviato, con margini di manovra vincolati da scelte pregresse, e con la necessità di gestire elementi di criticità ancora importanti. E Desidero ringraziare tutto il personale di ACEM, che ha operato in questi anni fra molte difficoltà e in una situazione organizzativa che non sempre ha consentito di espletare le relative funzioni con la necessaria efficacia, con conseguenti rallentamenti nei flussi procedurali che a cascata hanno generato difficoltà operative anche ai Comuni. Mi permetto quindi di segnalare al futuro Consiglio di Amministrazione la necessità di un’azione immediata per strutturare in maniera più congrua l’organizzazione e la pianta organica, integrandola per quanto possibile e riequilibrando le funzioni e le responsabilità tra gli uffici in maniera più equa ed efficiente di quanto sia oggi».
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